L’«Eccesso di zero» di Achille Gasparotti

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Delitto in salsa provinciale

E se il monte Solingo, nume tutelare dell’omonimo paesino padano, celasse al proprio interno una piramide, edificata nella notte dei tempi? È questa l’intuizione di Filippo Porsetti, detto Coppi a causa della sua passione per le escursioni in bicicletta, fondatore della Local Pyramid Society nonché titolare, insieme alla sorella Iside, del Gran Bazar, l’emporio locale. E quando, sullo sfondo del Bar Sport, il sindaco Tilio annuncia l’interesse dell’Università della Bassa Padana per un eventuale scavo archeologico, per il Coppi è l’avverarsi di un sogno.
L’ingresso nel sonnolento paese di una fascinosa archeologa sessantenne viene ulteriormente a turbare i sonni del quarantenne bottegaio, latin lover in incognito con un debole, a causa di un trauma infantile, per le signore agée.

Fra scavi archeologici innaffiati di vino rosso, sagre delle lumache sbollentate e attempate seduttrici si consuma il delitto, perché nemmeno il placido Solingo è un locus amoenus. Il genere noir in cui sconfina il romanzo, però, appare il riuscito pretesto per condurre il lettore nel mondo provinciale, che è il vero cuore e tema del romanzo. Achille Gasparotti ritrae con ironia e umorismo i pranzi in casa di Iside, il rito del caffè al Bar Sport, la devozione un po’ ipocrita degli adepti di don Fosco, il prete del paese, culminante nella solennità del Dentin Divino, esilarante climax del romanzo.

Con uno stile sciolto e un’accurata scelta lessicale, capace di spaziare dal linguaggio gergale a un registro ricercato, il romanzo regala un viaggio spassoso nella provincia del nord Italia.

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