Non un romanzo, non un saggio, ma un libro che, con intelligenza e un punto di vista molto personale, riflette sulle vicende italiane degli ultimi vent’anni. Francesco Piccolo è riuscito, con una lingua fra la narrazione e lo stile giornalistico, a tratteggiare il punto di vista della sinistra italiana con lo sguardo dell’uomo di sinistra, mettendone però in discussione i sinistri presagi. I funerali di Berlinguer e la scoperta del piacere di perdere, il rapimento Moro e il tradimento del padre, il coraggio intellettuale di Parise e il primo amore che muore il giorno di San Valentino, il discorso con cui Bertinotti cancellò il governo Prodi e la resa definitiva al gene della superficialità, la vita quotidiana durante i vent’anni di Berlusconi al potere, una frase di Craxi e un racconto di Carver…
Tentato dal desiderio di essere come tutti, Piccolo ci racconta la sua personale storia dell’Italia in maniera solo apparentemente leggera, arricchendola con riflessioni interessanti e risvolti psicologici quanto mai calzanti. Ha dell’incredibile che abbia ricevuto il premio Strega.