Cornell Woolrich – Vertigine senza fine

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Un noir atipico

New Orleans 1880: il benestante Louis Durand attende sul molo la sua promessa sposa, Julia. Non l’ha mai incontrata di persona, ma ha intrecciato con lei una fitta corrispondenza, culminata nella proposta di matrimonio. L’unica immagine che possiede è il dagherrotipo di una donna non più giovane, dall’aria austera. Dal battello, però, non scende la matura fidanzata, ma una fanciulla incantevole che gli confessa di essere Julia e di averlo ingannato, avendogli inviato il ritratto di sua zia.

Sono queste le premesse di un romanzo noir atipico, che narra la progressiva degradazione del bravo americano, travolto da una passione distruttiva per una donna tanto ammaliante quanto priva di scrupoli. Il tono a tratti melodrammatico ben si addice a una trama su cui spicca la figura archetipica della dark lady, capace di suscitare passioni divoranti, ma cui Woolrich attribuisce connotati insoliti, quelli dell’ingenuità e dell’innocenza. I personaggi di Woolrich, infatti, non incarnano le maschere della letteratura di genere: se l’integerrimo Louis infatti non si rivela tale, anche la diabolica Julia svela un sentire inaspettato, fino al patetico finale.

Un romanzo cinematografico nelle ambientazioni e nella vicenda, che riesce a travalicare i canoni del noir per raccontare un’umanità che non può essere semplicisticamente divisa fra buoni e cattivi.
Una lettura d’evasione di grande fascino.


Nota: Il romanzo venne inizialmente pubblicato con lo pseudonimo di William Irish (ndr).

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