Sofferenza senza retorica
Un giorno d’agosto del 1981 Barbara Garlaschelli, autrice e protagonista di questo romanzo, è in vacanza al mare con i genitori. La giornata è lunga e il sole batte forte: cosa c’è di meglio che un tuffo nell’acqua per abbattere la temperatura? Ha sedici anni: vuoi che sia difficile, con tutta la vitalità che ha in corpo?
L’ha fatto un miliardo di volte; tre passi e poi lo scatto: splash, uno spruzzo d’acqua e poi giù, sott’acqua. Ma il punto scelto per il tuffo non è profondo a sufficienza: Barbara batte il capo su un sasso e rimane sull’acqua, senza respiro, a galleggiare a pancia in giù; conscia ma priva di movimenti.
Viene soccorsa e, in ospedale, subisce numerosi interventi. Sottoposto a lunghe ed estenuanti riabilitazioni, il suo corpo vede finalmente la luce. Lotta contro un destino superiore alla sua volontà. L’amore del padre della madre e di tutti quelli che credono in lei, in quel carattere vivace e intelligente, sono linfa per la sua rinascita. E Barbara si trasforma in una bellissima Sirena.
Barbara Garlaschelli racconta tutte le sofferenze che ha subito il suo corpo. Il destino le insegna che, se ami la vita, devi lottare per viverla. E si presenta ai lettori a pugni chiusi. “Sono tetraplegica”, scrive. ”Il mio corpo ha subito la metamorfosi, amo scrivere, scrivo per me, ma soprattutto per voi perché mi leggiate”.
In questo libro ci sono tribolazioni e amore. Ma soprattutto la vulnerabilità e la forza di una ragazza, di una donna determinata a farcela, a vivere ad ogni costo la propria vita.
Scrittrice degli occhi brillanti di gioia, seduta su una carrozzina, è qui, in mezzo a noi. Grazie, Barbara, per aver descritto che cosa sono il sentimento e il dolore; e un grazie ai tuoi genitori, per aver lottato lasciando a noi la continuità della loro vita.
Un libro struggente, che merita essere letto da tutti. Esemplare.