Indelebili luci e ombre
Oesterheld scrive per Alberto Breccia una storia incalzante, dall’incedere kafkiano, misteriosa e colma d’angoscia.. Perfetta per le immagini personalissime del disegnatore di origine uruguayana: un’evoluzione nel segno della qualità suggerita da Hugo Pratt, che riteneva merda le storie cui Alberto Breccia aveva prestato il pennino fino a quel momento. Il risultato è straordinario, con atmosfere surreali perfettamente credibili e disegni affascinanti -chiaroscuri da gustare uno per uno e nell’insieme delle tavole. A un’attenta lettura, le metafore ribelli che costarono la scomparsa all’autore argentino dopo il suo capolavoro, L’eternauta, sono già presenti, ed evidenziano un’inquietante correlazione con la realtà del tempo, sottolineate da Alberto Breccia con il suo stile unico.
Splendida anche la storia breve in appendice, La nave degli schiavi, che riesce a dare una lettura efficace dello schiavismo grazie all’azzeccatissima battuta finale.
Quando due grandi maestri s’incontrano, non possono che nascere scintille. Indelebili.