Il commissario Carlo De Vincenzi, attento indagatore della natura umana, in Il banchiere assassinato deve scagionare un amico da una schiacciante accusa di omicidio, in Sei donne e un libro indaga sull’omicidio del senatore Ugno Magni, il cui cadavere viene ritrovato all’interno di una piccola libreria antiquaria.
Si potrebbe discutere sul marchio i gialli di Milano, ma mettiamolo in conto all’Expo. La ristampa dei gialli di Augusto De Angelis è una bella iniziativa Mondadori a un prezzo accessibile, con belle copertine. Di fatto questi romanzi sono storie milanesi, di un’epoca interessante: anni Trenta, gli anni del fascismo.
Augusto de Angelis, secondo il mio giudizio basato su venticinque anni di esperienza nel campo, resta, insieme a Giorgio Scerbanenco, uno dei pochi veri giallisti d’italia e di Milano, soprattutto. Qualcuno ricorderà gli sceneggiati con Paolo Stoppa, ma molti sono i romanzi ancora da scoprire. Esisteva un’edizione Sellerio, ma questa riproduce, anche nel formato, gli Oscar a me cari nel tempo.
La capacità di De Angelis di sfruttare l’Italia (non solo Milano) come sfondo per le sue storie è ammirevole quanto la capacità di svicolare tra la censura che gli imponeva colpevoli e oocmplotti sempre stranieri. Ma lui riusciva a rendere umane, interessanti e vivissime quelle trame.
Da leggere per chi non lo conosce e da rileggere per chi già lo frequentava.