Piergiorgio Pulixi – La libreria dei gatti neri

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La libreria dei gatti neri di Piergiorgio Pulixi, è stato definito un cozy mistery, cioè un romanzo appartenente a un sottotipo del genere investigativo che affonda le sue radici nel giallo classico e nel poliziesco. Per evitare anglofilie coatte, abbiamo fatto una ricerca: l’aggettivo cozy (accogliente) si riferisce a una lettura “di conforto”, tendente alla levità e, se ne leggiamo le prerogative, possiamo dire che molte di esse sono certamente presenti nel libro, anche se non del tutto. Infatti, nonostante l’ironia di cui è permeato (ma che è sempre presente negli scritti dell’autore), non è così “leggero” come lo si vuole dipingere: affronta infatti temi e situazioni piuttosto difficili e profondi.
Un romanzo che se si legge in un soffio per lo stile scorrevole e cinematografico e i capitoli brevi e alternati, che invogliano a girare velocemente le pagine.

I personaggi sono empatici, a cominciare da Marzio Montecristo, ex maestro che ha dovuto abbandonare la scuola per un episodio poco ortodosso di cui è stato protagonista ed è diventato proprietario di una piccola libreria cagliaritana specializzata in gialli, noir e polizieschi, sempre sull’orlo del fallimento sia a causa del suo carattere burbero, sia per la mancanza cronica di lettori. L’attività viene salvata da Nunzia, una donna anziana vivace e intelligente che riesce ad organizzare un gruppo di discussione settimanale su uno dei titoli in vendita e che riscuote molto successo, e a due gatti neri, ribattezzati Miss Marple e Poirot, entrati improvvisamente e mai più usciti dal negozio, divenuti famosi sui social media per merito di Patricia, l’aiutante di origine eritrea di Marzio, sempre solare e sorridente. Così la libreria ritrova affermazione e successo e cambia insegna: “Les Chats Noirs”, un nome ispirato ai due ormai celebri felini.

La successiva mancanza di Nunzia, affetta da problemi di salute sempre più invalidanti, pone fine al nutrito gruppo di discussione, ridotto ormai a solo quattro persone molto diverse una dall’altra: un pensionato solo e malinconico, un frate bonaccione e sorridente, una ragazza dark amante delle storie d’epoca vittoriana, un’ottantenne bravissima cuoca (sono sue le torte e gli sformati che il gruppo gusta durante le riunioni) e attratta da trame cruente, e Marzio stesso, che si trova a dover capitanare il gruppo.

In passato la polizia aveva persino chiesto l’aiuto di questi esperti (gli investigatori del martedì), che avevano risolto felicemente, con le loro ipotesi da giallisti, un cold case che non trovava soluzione. Ora, nella persona dell’ispettore Flavio Caruso e della sovrintendente Angela Dimase (di cui Marzio è innamorato da sempre e che gli ha preferito un amico comune meno imbranato e più figo), la polizia cerca ancora il loro aiuto per smascherare un feroce assassino detto il killer della clessidra, oggetto che lascia sul luogo del delitto come firma.
Il suo modus operandi è spietato: pone le vittime davanti a una scelta impossibile e atroce e dà loro solo un minuto di tempo, misurato dallo scorrere della sabbia nella clessidra, per operare la scelta, la mancanza della quale genererà una situazione ancora più dolorosa e funesta. Il killer filma con una telecamera il momento della selezione e tutti gli omicidi che compie.
Riusciranno gli investigatori del martedì, che hanno sempre avuto idee brillanti nello sciogliere enigmi sulle pagine dei libri, a risolvere un caso vero e proprio?

Con una prosa ricca di tanti riferimenti letterari (imperdibili per gli amanti del genere) e che si avvale di un continuo cambio di registro, spiazzandoci con pagine esilaranti alternate a momenti di pura angoscia e di terrore, l’autore ci porta verso una soluzione con un colpo di scena imprevedibile, nonostante i piccoli indizi disseminati qua e là, che fa da preludio a un finale commovente.

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