Louise “Lulù” Brooks, diva del cinema muto, è viva, ed è una stella del Nuovo Cinema Impulsoriale, un genere, mutuato proprio delle origini della settima arte, che sta soppiantando la fruizione tradizionale dei film. Perché il cinema del futuro è un ritorno a rappresentazioni meno complicate ma estremamente amplificate. Come amplificata è la figura della protagonista, a cavallo tra Storia e speculazione fantastica, in un romanzo fanta-noir che lascia il segno.
Lulù vive a Hollywood, domani, ed è incensata vedette del Nuovo Muto. Ma c’è qualcosa d’indefinibile, di sfuggente che l’attanaglia: un mistero che la perseguita e che neanche lei si sa spiegare. Un segreto ancorato ad un passato più lontano della sua stessa vita, e che la condiziona anche nelle sue scelte presenti: dalle movimentate relazioni sessuali, sia con uomini che con donne, alla frivolezza con cui sembra voler affrontare la vita, nel tentativo di sottrarsi al disvelamento. Ma un messaggio che riceve sul telefono cellulare, che annuncia la morte di uno sconosciuto (un certo Edmond J. Lermann), la costringe ad affrontare i suoi fantasmi, nel varco dove futuro e passato s’intersecano. Perché c’è una vendetta da compiere, e l’irresoluta Louise sembra destinata a compierla. Almeno secondo la sua amante Greta (evidente richiamo alla Garbo, che pare abbia avuto una fugace relazione con Lulù).
In maniera intrigante, Laura Scaramozzino racconta spezzoni della biografia di Louise Brooks intersecandoli con una fantasia ambientata in un futuro prossimo, riuscendo, con grande coerenza e innegabile perizia, ad addentrarsi nella psicologia dell’indimenticabile attrice, sacrificata ancora infante alle voglie di un vicino di casa. Ne scaturisce una personalità unica, una femme fatale magnetica e ambigua ma lontana dagli stilemi che la vogliono fredda carnefice senza scrupoli: la Lulù dell’autrice torinese è innanzitutto estremamente umana, e lo scavo psicologico ci permette di intuirne i moventi più profondi, portandoci a empatizzare con lei. Il varco temporale attraverso il quale dovrà passare è, a sua volta, un pretesto narrativo per rendere ancora più autentico il personaggio, e più appassionante la vicenda.
Il dualismo richiamato nel titolo si presenta continuamente nella storia: dualismo sessuale ma anche tra personaggi (Louise/Edmond, Louise/Greta, Louise/Louise) e luoghi, tra passato e presente, tra peccato e innocenza. La scrittura è tesa, ricercata ma scorrevole, e l’atmosfera è ben resa attraverso scelte lessicali precise e ben ponderate. Con ritmo incalzante, la vicenda si snoda su piani differenti, sottolineati anche dalle abili variazioni dei tempi verbali, che non appesantiscono la narrazione ma, anzi, la caratterizzano ulteriormente.
Una narratrice di razza, in grado di non sacrificare la qualità all’immediatezza e di coinvolgerci fin dalla prima pagina, aprendoci ad un mondo verso il quale sa farci salpare con disinvolta bravura.