Diana Gabaldon – La straniera

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La seconda guerra mondiale è finita e Claire ha appena riabbracciato il marito Frank, militare dell’esercito britannico. Durante un romantico viaggio in Scozia Claire attraversa un cerchio megalitico e si ritrova nel secolo diciottesimo. Invece di perdersi d’animo, si fa subito salvare da un giovanotto scozzese in kilt e mantello di tartan, gli fa in breve capire chi è che comanda (lei, ovviamente), gli fa conoscere le gioie del sesso, lo sposa in barba a ogni tradizione e a ogni logica e i due passano il tempo a salvarsi reciprocamente da un sadico capitano britannico con voglie poco ortodosse che, si scopre, è l’antenato del suo caro (ma non troppo, in fondo) Frank.

Spacciato per romanzo storico, non ne ha né la profondità né l’impianto: l’ambientazione è usata soltanto per aggiungere un po’ colore locale, un tocco “esotico” a una storia che potrebbe essere ambientata in qualsiasi momento della storia del mondo; mancano quasi completamente accenni agli aspetti politici e sociali dell’epoca descritta, che viene utilizzata solo come pittoresco fondale.
I personaggi sono stereotipati: la bella avventurosa, libera di lingua e pensiero, che grazie alla propria mentalità progredita di infermiera del ventesimo secolo riesce ad aver ragione del rude highlander che sotto il kilt nasconde un animo da poeta; il sadico inglese vizioso, il saggio capoclan, la ribelle che finisce sul rogo. Non manca niente in questo indigesto polpettone sentimentale in salsa storica, che sembra concepito apposta per diventare una serie televisiva: ciò che lo distingue da un qualsiasi Harmony è solo l’eccessiva lunghezza.

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Valentina Leoni è musicista e storica dell'arte, ha scritto e scrive recensioni e articoli riguardanti libri e fumetti per diversi siti. Attenta conoscitrice della cultura giapponese, ha fatto parte del comitato scientifico della mostra Dai Samurai a Mazinga Z (Casa dei Carraresi, Treviso ottobre 2014) ed è da anni collaboratrice di Radio Animati per la quale ha curato di recente la trasmissione Yatta: Luoghi Non Comuni sull'Animazione Giapponese.

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