Barbara Giuliani – Cloroformio

0
653

Roland Barthes sosteneva che, quando ci sentiamo coinvolti da una foto, non lo siamo per la sua composizione, ma per un dettaglio che esula dal controllo del fotografo e arriva dritto a noi, provocandoci una ferita. Questa ferita la definisce punctum.
Barbara Giuliani afferma: “non scrivo poesie, intrattengo gli occhi”. Ci troviamo dunque di fronte a ventisette fotografie fatte di parole, parole che a volte sfuggono al controllo dell’autrice e, nel loro disordine, ci coinvolgono e, soprattutto, ci pungono.

Cloroformio è un anestetico perfetto alla frenesia apatica che ormai ci riguarda più o meno tutti. Occorre tempo per provare emozioni. Con questo libro puoi solo sederti e sfogliarne le pagine, come fosse un vecchio album di fotografie: le parole compongono immagini dai bordi ingialliti, scene sbiadite da una romantica atmosfera vintage.

Torniamo a fare l’amore come fosse l’inizio,
senza gli occhi bendati dai pixel,
dalle intermittenze cromatiche,
dai fasci a chiudere i tagli,
dalle suonerie screpolate e stonate,
andando a morire sui divani delle domeniche pomeriggio.

Barbara Giuliani scrive con estrema libertà, accantona ogni preoccupazione estetica e parla di sé senza bisogno di definirsi. C’è del surrealismo in queste poesie. Le atmosfere sono dispersive quanto quelle di Tom Robbins in Natura morta con picchio, ma, come la principessa Leigh-Cheri, seguiamo una trama illogica come aspettando il vero amore. E, di questo libro, possiamo dire quanto sia facile innamorarsene.

Sai, Barbara, oggi è domenica e sono seduta su uno di quei divani. Le tue fotografie fatte di versi e prosa mi accarezzano senza schemi metrici. A volte mi perdo tra le tue rime, tra allitterazioni e frasi nosense, come fosse una giostra senza percorsi prestabiliti. Leggendo alcuni dei tuoi versi, mi sono detta: “li (ri)conosco”. Voglio dirti che è stato un piacere conoscerti (e conoscermi) attraverso le tue parole, e spero un giorno di (ri)sentirti.

SHARE
Articolo precedenteSeneca
Articolo successivoSteve Englehart
Elena Zamboni, classe 1997, attualmente frequenta il corso di laurea triennale in Arti, Spettacolo ed Eventi culturali presso l’università IULM. Sopravvissuta al liceo classico, conserva il suo amore per la scrittura e la letteratura in generale, realizzando recensioni di libri e brevi testi presenti in varie piattaforme social. Grande appassionata di arte contemporanea e musicista a tempo perso, lavora con lo scopo di avvicinare più persone possibili al mondo della cultura.

Lascia un commento

Scrivi un commento
Per favore inserisci qui il tuo nome

inserisci CAPTCHA *