La vergogna di Annie Ernaux prende le mosse da un episodio traumatico che segnerà profondamente la vita dell’autrice, avvenuto il 15 giugno 1952, In quella domenica d’estate, in preda a uno scatto d’ira, il padre di Annie aggredisce sua madre e tenta di ucciderla. A soli 12 anni, la giovane Ernaux assiste a questa scena scioccante che segna la fine della sua innocenza. Sebbene l’episodio rimanga isolato e non si ripeterà mai più, lascia un’impronta indelebile nella sua memoria.
Per comprendere a pieno questo avvenimento, una cesura che segna un prima e un dopo nella sua vita, Annie Ernaux ripercorre la propria infanzia e la sua fine, compiendo un’analisi di sé e del suo difficile passaggio dall’adolescenza alla vita adulta che sa essere molto lucida e distaccata. L’autrice decide così di farsi “etnologa di se stessa”, richiamando il contesto nel quale ha vissuto con le sue regole, i suoi riti, il suo linguaggio, le sue usanze.
Figlia di due ex operai, diventati successivamente proprietari di un bar-drogheria, la piccola Annie cresce in un contesto sociale non abbiente nella piccola cittadina di Yvetot, in Normandia. Nello spazio ristretto in cui si svolgeva la sua vita quotidiana spiccano due grandi istituzioni: la scuola, un collegio religioso e privato, e la religione cattolica, che con i suoi rituali scandisce il passare delle stagioni. Il quadro che ne emerge è in egual misura la rievocazione di un’esperienza personale e l’analisi puntuale delle regole e delle gerarchie che caratterizzavano la classe sociale nella quale è cresciuta.
Dall’episodio di violenza famigliare ha origine il sentimento di vergogna che l’accompagnerà da quel momento, alimentato dal senso d’inferiorità e d’inadeguatezza dovuto alla classe sociale cui appartiene. Questa sensazione, che percorre tutto il libro, riaffiora in modo evidente nella parte finale dell’opera, nella quale Annie Ernaux racconta di un viaggio a Lourdes compiuto insieme al padre. Questo episodio la pone a contatto con una realtà diversa da quella a cui è abituata, accentuando il senso di estraneità che caratterizza il suo rapporto con il mondo.
La vergogna di Annie Ernaux è una lucida narrazione autobiografica, ma anche un ritratto collettivo che affronta temi universali come l’identità, la vergogna, la memoria con uno stile asciutto, quasi chirurgico nella sua precisione, e uno sguardo sincero e privo di sconti.