È in libreria “Futurismo in nota. Studio sui taccuini di Marinetti” di Stefano Bragato

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È in libreria e nei negozi on-line il saggio “Futurismo in nota. Studio sui taccuini di Marinetti” di Stefano Bragato, collaboratore di Inkroci fin dai suoi inizi.

IL LIBRO

Attraverso un’analisi approfondita dei taccuini di F. T. Marinetti, Futurismo in nota porta allo scoperto le strategie di ideazione, creazione, e composizione letteraria del leader del futurismo.
Il libro, che interseca diverse metodologie teoriche e filologiche, è strutturato in quattro capitoli e procede per casi-studio. Il primo capitolo (La situazione filologica dei taccuini di Marinetti) presenta un’analisi completa dell’attuale situazione filologica ed editoriale dei taccuini. Al momento ne sono stati rinvenuti circa 55 (relativi agli anni 1915, 1917-1921 e 1926), ma diversi indizi suggeriscono che Marinetti ne abbia scritti altri nel corso della sua vita. Sono custoditi in parte alla Beinecke Library della Yale University e in parte al Getty Research Institute di Los Angeles, e sono stati parzialmente pubblicati dal Mulino nel 1987 (Taccuini 1915-1921, a cura di Alberto Bertoni, Bologna, il Mulino, 1987) e in un articolo apparso su “Modernism/modernity” nel 1992. Questo primo capitolo esamina le edizioni del 1987 e del 1992, riferisce su taccuini perduti o non ancora rivelati al pubblico, e dimostra l’esigenza di allestire una nuova edizione di questi materiali.
Il secondo capitolo (Lo scrittore volontario e l’incontro con la Grande Guerra (1915)) si sofferma sui taccuini del 1915 e sui loro legami con una serie testi autobiografici di Marinetti di quegli anni (articoli di giornale e tavole parolibere) che narrano la sua prima esperienza da soldato nelle trincee della Grande Guerra. Attraverso un’analisi parallela dei due testi e confronti con scritti di altri autori futuristi (tra cui Boccioni, Russolo, ecc.), Bragato sostiene che benché i taccuini appaiono come dei diari che riportano passivamente le azioni quotidiane di Marinetti, essi nacquero in realtà già come abbozzi letterari autobiografici, più tardi rielaborati in opere rivolte a differenti fasce di pubblico: Marinetti inseriva infatti spesso anche fatti ed elementi inventati nei propri taccuini, al fine di costruire un’immagine eroica di sé.
Il terzo capitolo (I taccuini e L’alcòva d’acciaio) prende in esame il processo di composizione del romanzo semi-autobiografico L’alcòva d’acciaio (1921), che narra l’esperienza bellica di Marinetti tra il giugno e il novembre 1918. Per scrivere il romanzo Marinetti si affidò a diversi taccuini scritti tra il 1917 e il 1920, tutti analizzati con cura nel capitolo. Attraverso un’attenta comparazione tra i testi dei taccuini e quello del romanzo, Bragato qui porta allo scoperto tutta una serie di strategie creative e compositive utilizzate da Marinetti, come il montaggio di frammenti testuali sparsi in unità autonome e coerenti, una continua tendenza all’astrazione e il costante mix di autobiografia e finzione.
Il capitolo conclusivo (Carte brasiliane) analizza i taccuini del 1926, che riguardano un viaggio che Marinetti fece in Brasile e Argentina con la moglie Benedetta. Qui sono indagati i legami tra questi taccuini e una serie di testi editi e inediti di quegli anni (racconti, articoli di giornali, ecc.), che oltre a far luce sulle diverse modalità compositive utilizzate da Marinetti permettono di osservare l’evoluzione della sua scrittura nel tempo, dalla gloriosa decade del “futurismo eroico” (1909-1918), alle lotte politiche degli anni successivi, fino al “ritorno all’ordine” degli anni Venti, quando Marinetti divenne un intellettuale organico al regime fascista.
Futurismo in nota ci introduce insomma nell’officina creativa di Marinetti, e riscrive la nostra attuale percezione di diverse tematiche tipiche del futurismo, come la relazione tra Arte e Vita, il ruolo degli intellettuali nei primi decenni del Novecento, la tensione tra scrittura pubblica e scrittura privata.

L’AUTORE

Stefano Bragato è ricercatore in letteratura italiana presso l’Università di Zurigo. Lavora sulle evanguardie storiche e la letteratura italiana fin-de-diècle, Gabriele D’Annunzio, Giacomo Leopardi, i modi della scrittura privata tra Ottocento e Novecento, le reti culturali transnazionali novecentesche in Europa, in particolare tra Italia e Svizzera. Ha svolto incarichi di ricerca e insegnamento in diverse istituzioni in Italia, nel Regno Unito e in Svizzera. Ha fondato il blog “ReadingItaly” e collabora con viare riviste.

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