A volte penso a noi come a due isotopi
diversi solo per peso specifico
stesso ceppo, radice condivisa.
Come deuterio e trizio, le varianti
dell’atomo d’idrogeno, costretti
all’avvicinamento
nel confine di uno spazio comune,
a vincere la nostra repulsione
in un’unione nuova, luce intatta.
Una fusione controllata, senza
scorie. Energia pulita.
Il nucleo primo di una stella minima.
(Fisica di un’impresa non riuscita)