Richard Bach – Nessun luogo è lontano

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2035

Comprai questo libro subito dopo aver letto Il gabbiano Jonathan Livingston, ma non lo iniziai subito. Rimase chiuso per mesi, in attesa del momento giusto. Credo che alcuni racconti esigano una certa empatia per essere compresi, empatia non sempre presente nella nostra vita. Quando lo acquistai sentii subito che non era il tempo di leggerlo. Mancava qualcosa: mancava… la mancanza.

Tutte le biografie di Richard Bach iniziano dicendo che fu un aviatore, quasi a voler giustificare la centralità che il volo ha nei suoi racconti. Io preferisco iniziare dicendo che fu un sognatore accorto, e che comprese i propri desideri a tal punto da renderli leggibili agli altri.
Nessun luogo è lontano è un viaggio che parte proprio da un desiderio: raggiungere Rae per il suo compleanno. Per arrivare a destinazione, l’anima diventa passeggera nei cuori dei viaggiatori per definizione: gli uccelli. Il primo fu un colibrì, il quale però non comprese a pieno il motivo del viaggio, soprattutto il senso del verbo andare, usato dal viaggiatore. Non fu da meno il gufo, che ritenne strano definire Rae “piccola”, così come fu bizzarro per l’aquila udire la parola compleanno, e il verbo crescere per il falco. Arrivò il turno del gabbiano, che raccolse l’anima del viaggiatore per portarla alla sua vera destinazione: capire che nessun luogo è lontano.

In questo libro Richard Bach dichiara guerra alle parole. Esse sembrano inutili orpelli che, passando per cuori sapienti, perdono di significato. Se non esistesse il concetto di distanza, avrebbe senso parlare di lontananza?
Così, pagina dopo pagina, vengono messe in dubbio tutte le parole che misurano la vita. Il verbo andare racchiude in sé l’idea di un punto distante, crescere significa allontanarsi dal momento in cui si è nati e il compleanno non fa altro che scandire il nostro tempo sulla terra.

Il momento giusto per leggere questo libro è arrivato. Oggi la mancanza è un sentimento che accomuna molti, ma per la prima volta unisce invece che dividere.
Attraverso questo racconto, Richard Bach ci regala la giusta dose di quiete in un momento di incertezza.
Un viaggio breve, ma profondo abbastanza per capire che, se desideriamo essere accanto a qualcuno che amiamo, allora ci siamo già.

  • Splendide le illustrazioni di Lee Shapiro che accompagnano la storia (ndr).

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