Ray Bradbury – Molto dopo mezzanotte

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Ray Bradbury è noto ai più come autore di fantascienza, e la fantascienza non manca tra i ventidue racconti di “Molto dopo mezzanotte” (Long After Midnight), ma resta decisamente in minoranza rispetto a racconti che è impossibile classificare all’interno della narrativa di genere.

Non ci sono storie poco convincenti, e le pagine scorrono via lasciandoci, ogni volta, con un a riflessione sulla vita. Le perle di questa antologia sono, a mio parere, “La bottiglia azzurra” (The Blue Bottle), un apologo fantascientifico sui desideri umani; “In trappola” (One Timeless Spring), che rappresenta con delicatezza il trauma della crescita; “Una domenica a Dublino” (Getting Through Sunday Somehow), parabola sul senso che attribuiamo (o non attribuiamo) alle piccole gioie quotidiane; “Viaggio in Messico” (Interval in Sunlight), dramma coniugale tra i più efficaci mai rappresentati; “La vera saggezza” (The Better Part of Wisdom), che descrive l’incontro fra un nonno al termine della vita, il nipote omosessuale e il suo amante con un senso di rispetto e partecipazione privi di pregiudizi; “Il pan di segala” (The Pumpernickel), una storia sull’amicizia che potrebbe essere stata concepita da Frank Capra.

Senza dimenticare il celeberrimo “Gioco d’ottobre” (The October Game), un capolavoro riconosciuto della letteratura del terrore. Ma gli altri racconti non sono da meno, e vanno gustati uno ad uno. Due in particolare, il già citato “La bottiglia azzurra” e “Il Messia” (The Messiah), fanno riferimento al romanzo antologico “Cronache marziane” (The Martian Chronicles), e ne rievocano situazioni ed atmosfere.

Ma vengono resuscitati anche Hemingway (“Il pappagallo che conobbe papà”, The Parrot Who Met Papa) e Thomas Wolfe (“Angelo, guarda il futuro”, Forever and the Earth), insieme ad epoche che sembrano defunte ma il cui spirito aleggia ancora nel cuore dell’essere umano sotto forma di spinta, di sogno, di aspirazione ideale.

Ciò che più colpisce, in Bradbury, sono l’empatia con i propri personaggi, la capacità di descrivere con semplicità le situazioni più complesse, la profonda umanità che mostra nel dipingere le più svariate situazioni. Abile nel rappresentare rivelazioni intime dal valore universale, è uno scrittore profondamente umanista, che con pochi tratti ben calibrati sa descrivere inquietudini piccole e grandi, desideri e paure di adulti e bambini, anche quando li estrapola dal presente proiettandoli in un ipotetico futuro.

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Heiko H. Caimi, classe 1968, è scrittore, sceneggiatore, poeta e docente di scrittura narrativa. Ha collaborato come autore con gli editori Mondadori, Tranchida, Abrigliasciolta e altri. Ha insegnato presso la libreria Egea dell’Università Bocconi di Milano e diverse altre scuole, biblioteche e associazioni in Italia e in Svizzera. Dal 2013 è direttore editoriale della rivista di letterature Inkroci. È tra i fondatori e gli organizzatori della rassegna letteraria itinerante Libri in Movimento. ha collaborato con il notiziario "InPrimis" tenendo la rubrica "Pagine in un minuto" e con il blog della scrittrice Barbara Garlaschelli "Sdiario". Ha pubblicato il romanzo "I predestinati" (Prospero, 2019) e ha curato le antologie di racconti "Oltre il confine. Storie di migrazione" (Prospero, 2019), "Anch'io. Storie di donne al limite" (Prospero, 2021) e "Ci sedemmo dalla parte del torto" (Prospero, 2022, insieme a Viviana E. Gabrini). Svariati suoi racconti sono presenti in antologie, riviste e nel web.

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