Viviana E. Gabrini, con la sua raccolta Lettere d’amore per chi ne ha bisogno e altre storie fuori posto, ci regala un’opera letteraria di rara bellezza, un mosaico di storie che si intrecciano tra il reale e il surreale, tra il dolore e la speranza, tra la solitudine e la ricerca di un posto nel mondo. Ogni racconto è il tassello di un quadro più ampio, che ritrae l’umanità nelle sue sfumature più profonde e spesso scomode, ma sempre con una leggerezza (nel senso inteso da Calvino) e una sensibilità che toccano il cuore, senza dimenticare di dispensare, per chi ne ha bisogno, generose dosi d’ironia.
Nel racconto che dà il titolo alla raccolta, e che ne è la chiave di lettura, un uomo, tormentato dal rimorso per un tradimento, s’imbatte in un negozio misterioso nel quale si vendono lettere d’amore, fino a “scoprire” quella destinata a lui. Un racconto delicato e potente, un momento di catarsi che ci lascia da subito con un nodo in gola. La scrittura è precisa, essenziale, e riesce a trasmettere emozioni profonde senza cadere nella retorica.
Se Tutto nero affronta con ironia e sensibilità il tema della diversità e della paura del giudizio altrui, Ogni sabato pomeriggio racconta una storia d’amore basata sui non detti tra un ragazzo e la proprietaria di un locale, tutta raccontata in punta di penna tra gesti, sguardi e silenzi, è straordinaria.
Antinoo è uno dei racconti più intensi e drammatici della raccolta: la storia di un’insegnante e di un suo allievo, tra desiderio, violenza e tradimento, narrata con una crudezza che non ci risparmia: qui l’autrice sonda i confini del potere, della seduzione e della colpa, creando un personaggio femminile complesso e tormentato.
Il tè del giovedì pomeriggio, invece, celebra l’amore fraterno e i legami familiari attraverso quattro sorelle riunite per il loro rituale del tè in un’ambientazione non scontata: un quadro vivido e commovente di un’epoca passata, in cui i gesti più semplici diventano simboli di un affetto profondo e duraturo.
Buon Natale affronta il tema della separazione e della solitudine durante le festività in una storia straziante che riesce a catturare l’essenza della disperazione sottaciuta, quella che si nasconde dietro un sorriso forzato.
Uno dei racconti più lunghi e complessi della raccolta è Mi chiamo Antonia, che segue la crescita di una ragazza di sedici anni alle prese con la prima esperienza d’amore, la paura del mare e la scoperta della propria identità; un personaggio indimenticabile.
Di Angelina si sposa non è possibile anticipare la trama senza rovinare il gusto di leggerlo; mi limiterò a dire che mescola ironia e tragedia, con un finale a sorpresa che lascia sconcertati: Viviana E. Gabrini gioca con le nostre aspettative creando un racconto che è al tempo stesso una commedia e una riflessione sulle convenzioni sociali.
Natale è un racconto storico che ripercorre la vita di un sopravvissuto alla guerra. La descrizione del ritorno a casa, dopo anni di prigionia e sofferenza, è toccante e potente.
Rescue me è la storia di un amore in crisi, raccontata con una prosa poetica e malinconica. Il viaggio in macchina dei due protagonisti diventa una metafora del loro rapporto, tra momenti di intimità e distanze incolmabili. Il finale, aperto e ambiguo, ci lascia con un senso di struggente bellezza.
La pupazzella mescola Storia e fantasia: ispirato a fatti realmente accaduti durante la Seconda Guerra Mondiale, è la storia di una bambina napoletana accolta da una famiglia emiliana, commovente e ricca di dettagli storici.
Grazie lo stesso è la storia di un figlio che cerca di riconciliarsi con un padre distante, narrata con una delicatezza che la rende universale.
Guendalina indaga il tema della malattia e della ricerca di sé. Senza mai cadere nel patetismo, l’autrice racconta con sensibilità il percorso di guarigione di una donna alle prese con un disturbo alimentare.
Con Adamo, Eva, le mele e il serpente ci troviamo di fronte a una suggestiva parabola moderna che gioca con i simboli biblici per raccontare una storia di tentazione e scoperta: un gioiello di ironia e leggerezza.
Ayana, uno dei racconti più potenti della raccolta, affronta il tema dell’infibulazione attraverso la vicenda dui una donna che cerca di ricostruire la propria vita dopo essere emigrata. Il tutto narrato con una forza emotiva che ci lascia senza fiato.
In L’ultima notte dell’anno assistiamo a una storia d’amore e tradimento, con un finale inaspettato che cattura l’essenza di un momento cruciale nella vita dei protagonisti.
Assalto al treno è un altro racconto storico che ripercorre un episodio di resistenza durante la Seconda Guerra Mondiale.
Margherita è una storia che celebra il potere dei ricordi e della nostalgia: la fuga di una donna anziana verso il mare è un inno alla libertà e alla ricerca della felicità, anche negli ultimi anni di vita, e una piena affermazione dei diritti di chi viene lasciato ai margini.
Il processo, basato su fatti realmente accaduti, affronta i temi della giustizia, della colpa e del perdono. La scena del processo, con il padre che chiede la morte del figlio per salvare se stesso, è straziante e indimenticabile.
A conti fatti, Lettere d’amore per chi ne ha bisogno è una raccolta che non offre risposte, ma lascia aperte le porte della riflessione e della meraviglia. Viviana E. Gabrini dimostra una maestria narrativa fuori dal comune, capace di toccare corde profonde. Ogni racconto è una piccola perla, ma è nell’insieme che l’opera raggiunge la sua massima potenza, regalandoci un’esperienza letteraria memorabile.