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Gordiano Lupi – Tutto molto bello, caro Bruno

Erano i tempi che c’erano i centromediani, persino metodisti, giocatori che quando appendevano le scarpe al chiodo facevano i cronisti e se ne intendevano pure: non stavano lì a raccontarci le solite palle sul calcio. Bruno Pizzul era uno di loro, giocava nel Cormons e nella Pro Gorizia, nel Catania e nella Torres, poi arrivò un maledetto infortunio a interrompere il sogno. Ma lui, professore di lettere oltre che calciatore, vinse un concorso alla Rai per telecronista; mestiere bellissimo, ti pagano per divertirti, guardare campioni giocare, persino tifare per la tua squadra quando è italiana.
Telecronaca e passione, come faceva Carosio, anche Viola e Martellini, persino Martino, mestiere scomparso, finito nel nulla di fredde statistiche e dati che scorrono senza fremiti veri. Capita di tanto in tanto che veda partite in televisione, sempre meno, ma le poche son tutte senz’audio, ché non m’interessano asettiche considerazioni, non trovo il calore del mio calcio vero d’un tempo.

Bruno Pizzul era un esempio per tutti, e io che facevo il cronista a Rete Toscana Sud – avevo vent’anni, commentavo le partite del Piombino, mica dell’Inter – ogni tanto dicevo: ecco un rilancio alla viva il parroco, oppure (ma lo scrivo tuttora) tutto molto bello, imitando il Maestro. Rimpiango un po’ tutto del calcio passato, purtroppo, i quasi gol di Carosio, le frasi di Pizzul, le battute sarcastiche di Beppe Viola, le partite dei dilettanti in contemporanea a quelle della serie A, Tutto il calcio alla radio mentre al Magona c’è Luciano Bianchi che segna un gran gol per il Piombino.
Bruno Pizzul è stato la Nazionale, le Coppe di mercoledì, il calcio soltanto la domenica alle 14 e 30, tutti insieme, mica quella specie di sport che è diventato. Pizzul era un uomo vero, un uomo di sport, era uno di loro, ci stava bene tra presidenti e allenatori veraci, Anconetani e Rozzi, Ferlaino e Fraizzoli, Pesaola e Carletto Mazzone, Vinicio ’o lione e Aldo Agroppi a litigare con Scoglio e Lippi. E adesso sono qui che lo rimpiango come l’ultimo dei commentatori, anche se da un po’ di tempo si faceva vedere poco; evanescenti le frasi garbate, i commenti da tecnico, quel modo così friulano ma con stile inglese di fare il tifoso al microfono.

È stato tutto molto bello, caro Bruno, una stagione che abbiamo vissuto, una bellezza che non può tornare.

Gordiano Lupi: Gordiano Lupi (Piombino, 1960), Direttore Editoriale delle Edizioni Il Foglio, ha collaborato per sette anni con La Stampa di Torino. Ha tradotto i romanzi del cubano Alejandro Torreguitart Ruiz e ha pubblicato numerosissimi volumi su Cuba, sul cinema e su svariati altri argomenti. Ha tradotto Zoé Valdés, Cabrera Infante, Virgilio Piñera e Felix Luis Viera. Qui la lista completa: www.infol.it/lupi. Ha preso parte ad alcune trasmissioni TV come "Cominciamo bene le storie di Corrado Augias", "Uno Mattina" di Luca Giurato, "Odeon TV" (trasmissione sui serial killer italiani), "La Commedia all’italiana" su Rete Quattro, "Speciale TG1" di Monica Maggioni (tema Cuba), "Dove TV" a tema Cuba. È stato ospite di alcune trasmissioni radiofoniche in Italia e Svizzera per i suoi libri e per commenti sulla cultura cubana. Molto attivo nella saggistica cinematografica, ha scritto saggi (tra gli altri) su Fellini, Avati, Joe D’Amato, Lenzi, Brass, Cozzi, Deodato, Di Leo, Mattei, Gloria Guida, Storia del cinema horror italiano e della commedia sexy. Tre volte presentato al Premio Strega per la narrativa: "Calcio e Acciaio - Dimenticare Piombino" (Acar, 2014), anche Premio Giovanni Bovio (Trani, 2017), "Miracolo a Piombino – Storia di Marco e di un gabbiano" (Historica, 2016), "Sogni e Altiforni – Piombino Trani senza ritorno" (Acar, 2019).
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