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Sylvia Plath – La campana di vetro

Una voce tormentata

Nascondendosi dietro il nome di Esther, Sylvia Plath racconta, con uno stile che sembra dettato a suon di sussurri e con una prosa piacevolmente simbolica, la sua drammatica esperienza con la depressione e il tentato suicidio.
La ricerca di identità, vissuta in modo quasi claustrofobico, distrugge la vita della brillante studentessa Esther; combattuta tra la scelta di un’esistenza borghese e il desiderio di essere solo se stessa, arriverà a sviluppare un mondo privo di significato in cui è incapace di vivere.
Scelto come libro simbolo del femminismo, La campana di vetro è una storia di sofferenza e redenzione, un urlo interiore che tocca il cuore di ogni lettore.

Giulia Romoli: Viene al mondo in città, ma la trapiantano in campagna, dove al momento è felice di vivere. Sin dalla nascita nutre un amore viscerale per la carta, sia da leggere che da scrivere, ma è solo negli ultimi anni che ci si dedica completamente. E si scopre immersa in un liquido capace di fare miracoli…
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