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Rex Stout – Fer-de-lance (La traccia del serpente)

Rex Stout ha dato vita, con Fer-de-Lance (La traccia del serpente nelle prime edizioni italiane), non solo a un romanzo d’indagine, ma a un universo narrativo in cui la logica del crimine si fonde con il gusto del paradosso e dell’intelligenza acuminata. È il debutto di Nero Wolfe, il geniale investigatore dalla stazza monumentale e dalle abitudini eccentriche, che risolve i misteri senza quasi muoversi dalla sua poltrona, affidandosi alle gambe e alla prontezza di Archie Goodwin, narratore e braccio destro operativo del duo. Già in questa prima apparizione, Wolfe non è solo un detective, ma un microcosmo di abitudini e idiosincrasie: il suo culto della gastronomia, il rifiuto ostinato di uscire di casa, la passione per le orchidee sono più di semplici tratti caratteriali, ma elementi strutturali del suo metodo investigativo.

Il titolo originale, Fer-de-Lance, rimanda al velenoso serpente sudamericano, simbolo di morte improvvisa e letale, che suggerisce immediatamente il tono della vicenda: un delitto avvelenato, tanto nell’esecuzione quanto nella logica che vi è sottesa.

La narrazione inizia con quella che appare come la banale ricerca di un uomo scomparso, per poi rivelarsi un’indagine complessa e stratificata che coinvolge la morte misteriosa di un rispettato uomo d’affari, colpito da un collasso apparentemente naturale durante una partita di golf. Ma la “pista del serpente” si rivela tutt’altro che lineare, e conduce Wolfe e Goodwin in un labirinto di menzogne, vendette e tra i sottili ingranaggi del delitto perfetto.

Ciò che distingue l’esordio nel mystery di Rex Stout dai gialli suoi contemporanei, e che sarà poi una caratteristica distintiva della serie, è l’equilibrio tra il rigore della deduzione e un’ironia vivissima, incarnata soprattutto dal contrasto tra Wolfe e Goodwin. Quest’ultimo, con il suo tono scanzonato e il suo pragmatismo, funge da filtro tra il lettore e il genio astratto del detective, smussando l’eccesso di cerebralità con battute taglienti e una concretezza che conferisce ritmo alla storia.

La scrittura di Stout non è mai piatta, né meramente funzionale: è anzi ricca di dialoghi brillanti, di descrizioni rapide e incisive, di un ritmo che alterna con grande maestria l’attesa alla rivelazione.

Un altro aspetto interessante è la visione quasi filosofica che emerge dal personaggio di Wolfe: la sua riluttanza a interagire con il mondo esterno non è solo una stravaganza, ma una sorta di rifiuto consapevole dell pandemonio umano. È un detective che decifra il caos senza esserne toccato, un ragno al centro della sua tela che non necessita di muoversi per dominare il gioco. Quest’impostazione, non priva l’opera di dinamismo, poiché è Goodwin a dedicarsi alla realtà frenetica dell’investigazione sul campo.

Se Fer-de-Lance si distingue come debutto folgorante, è perché già possiede tutti gli elementi che faranno della serie un classico: la perfetta simbiosi tra mente e azione, l’ironia mai gratuita, l’intreccio ingegnoso e una visione del delitto come enigma da smontare pezzo dopo pezzo, con la stessa meticolosità con cui Wolfe coltiva le sue orchidee.

In questo romanzo, Stout non si limita a raccontare un caso: costruisce un intero modo di pensare il giallo, lontano sia dalla freddezza scientifica di uno Sherlock Holmes, sia dall’empatia tormentata di un Hercule Poirot, nonché dall’antipatia altezzosa di un Philo Vance. In Wolfe c’è l’assoluto dominio della razionalità, stemperato da un umorismo che impedisce alla sua intelligenza di diventare puro astrattismo.

Con questo romanzo, Rex Stout inaugura un modo nuovo di intendere il detective: non un eroe d’azione né un investigatore dalla psicologia tormentata, ma un uomo che risolve i misteri come un gourmet affronta un pasto: con metodo, piacere e assoluto rigore.

Giordano Meraviglia: Giordano Meraviglia, milanese con una lunga carriera nell’editoria, vive di parole e storie da tempo immemorabile. Appassionato di musica, cinema e narrativa, coltiva un interesse speciale per le trame che sorprendono e le melodie che emozionano. La sua penna trova spazio in recensioni e segnalazioni, con cui condivide il suo sguardo sulla realtà e la sua passione inesauribile per il mondo della cultura.
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