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Paul Auster – Diario d’inverno

L’ennesimo memoir

Altro memoir di Auster. Stavolta l’autore parte dalle sensazioni che ha provato fisicamente (sofferenza, desiderio) e dai luoghi in cui è vissuto per raccontare gran parte della propria vita, mettendo in evidenza un punto di vista ormai maturo per scoprire se stesso. La seconda persona, di cui l’autore si avvale, e l’autocelebrazione, però, lo rendono eccessivamente pesante. La lettura è allietata soltanto dallo stile poetico e dalla bravura nel trasmettere il senso del passare del tempo, dell’invecchiare, appunto. Ma, data la quantità di memoir pubblicati da Auster (cui evidentemente troppo piace parlarsi addosso) è un libro che si può tranquillamente evitare.

Giulia Romoli: Viene al mondo in città, ma la trapiantano in campagna, dove al momento è felice di vivere. Sin dalla nascita nutre un amore viscerale per la carta, sia da leggere che da scrivere, ma è solo negli ultimi anni che ci si dedica completamente. E si scopre immersa in un liquido capace di fare miracoli…
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