Morire di noia a Firenze
In questo romanzo di Marco Vichi è chiaro fin dall’inizio che l’indagine del commissario Bordelli, avvilito e stanco, non avrà successo: gli eventi portano senza sorprese alla soluzione, ma non alla catarsi della giustizia. Il male è banale, e questo romanzo lo conferma. La credibilità dei personaggi non basta a renderlo godibile: si ha spesso l’impressione di leggere la stessa pagina. Nel bel mezzo della vicenda irrompe la piena dell’Arno. La cronaca di quei giorni drammatici è una lunga parentesi riuscita, anche se un bell’intoppo per il corso delle indagini. Finita la piena si ripiomba nella noia.