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Silvana Grasso – Il cuore a destra

Se dovessimo rintracciare un leitmotiv nel racconto di Silvana Grasso, questo andrebbe individuato nell’intensità del ductus narrativo, che impone al lettore di restare inchiodato, pagina dopo pagina, al susseguirsi di vicende che si consumano entro spazi angusti e labirintici, nel contesto di esistenze, come quella del personaggio Billonia, che anelano a un riscatto dal livido grigiore del tempus fugit.

Billonia, infatti, fino all’età di 40 anni ha consumato la sua esistenza nel tiepido contesto di una vita familiare tutta femminile: ha vissuto con le zie, le gemelle Corallo, per le quali il proprio negozietto rappresenta l’unica ragione di vita. Sorprende, di primo acchito, l’appagamento esistenziale delle zie di Billonia che adergono il negozietto e il loro tenore di vita semplice a microcosmo inattaccabile dal dubbio esistenziale, da crisi o moti di rinnovamento.

Procedendo con la lettura, lo scavo psicologico induce presto il lettore a credere che il microcosmo inespugnabile delle sorelle Corallo sia tale in virtù della straordinarietà di un rapporto sororale simbiotico. Billonia, di converso, è estranea alla perfezione autosufficiente di questo microcosmo; vive il dramma dell’incompletezza, lo iato tra sé e il mondo, anela al completamento, all’altro da sé e spera di trovare la sua gemella d’elezione in Marìdda Mezzalingua. Il tema del doppio, ora per nascita ora per affinità elettiva, è dunque il filo rosso dell’intero racconto. Vi è una lunga letteratura legata al tema del doppio; il rimando più diretto è al romanzo Il Dormiveglia di Bonaviri e, più precisamente, alle due giovani donne Zaìd di Addis Abeba e la menenina Zaìd Margheron.
Di grande suggestione, annodato in vario modo con l’intera produzione dell’autrice, Il cuore a destra va decrittato e ricondotto a un vasto tessuto simbolico e ai più diversi richiami metaletterari. Quello del doppio, sul versante simbolico, e la suggestione bonaviriana, sul versante metaletterario, sono solo due binari, tra i diversi possibili per apprezzare l’intensità di un grande racconto.

Stefania Centorbi: «La realtà batte i sogni più fantastici» (Antonio Aniante). Siciliana, classe 1982, dottoranda in letteratura italiana, ha sempre ricercato grandi Maestri che possano guidarla lungo il percorso, talora oscuro, della vita, illuminandolo di Bellezza e Poesia. Fino ad ora ha avuto fortuna.
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