In Cinque stagioni su Eureka Davide Del Popolo Riolo ci conduce in un futuro distopico, tra le stelle lontane del pianeta Eureka. Qui la città-stato di Nea Atena, fondata dalle Nove Potenze Spaziali, sembra essere un’utopia ecologica, impegnata a rispettare e a proteggere l’ambiente, ma dietro questo afflato idealistico nasconde un incubo totalitario che non tollera alcuna opposizione. Il giovane Erno, cresciuto nel dolce latte della democrazia, si trova suo malgrado coinvolto in una lotta per la libertà e la giustizia quando la scomparsa di suo padre gli dissolve il velo d’illusioni che la famiglia vorrebbe mantenere. La prigione diventa il suo luogo di apprendimento: qui scopre il valore della solidarietà, della resistenza nonviolenta e dell’azione collettiva grazie soprattutto all’amicizia con una poetessa politicamente schierata che illuminerà il futuro del pianeta.
Politica, rappresentanza e democrazia partecipativa si intrecciano in questo racconto, che ci invita a riflettere sulle conseguenze di un potere non sottoposto a controllo e che appartiene di pieno diritto alla corrente del Solarpunk, però in maniera tutt’altro che ingenua: ci mostra come la consapevolezza si acquisti lottando anche contro se stessi, e che ogni nuova conquista è un compromesso tra l’ideale e la possibilità concreta di realizzarlo.
Davide Del Popolo Riolo, autore prolifico e già vincitore del Premio Urania per ben due volte, ci regala un affresco di trasformazione sociale profonda, in cui un futuro interstellare si mescola con le sfumature del nostro presente terrestre. La scrittura è coinvolgente e la trama avvince da subito, rendendo Cinque stagioni su Eureka un’opera che val la pena leggere e che dà da pensare. L’unica pecca, a parere dello scrivente, è quella di aver concentrato la storia in una serie di efficaci scene madri, che sembrano però il prodromo per un romanzo molto più esteso, di cui si sente la mancanza.
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