Dal fondo di due occhi blu
Fabio Rodda, dopo l’esordio in narrativa con il romanzo Gli infiniti possibili, esplora cinque lati oscuri dell’amore in altrettanti racconti che portano, ognuno, il titolo di una canzone* e che hanno in comune protagonisti dagli occhi blu.
L’autore pedavenese, bolognese di adozione, scartavetra i sentimenti, mostrandoli in tutta la loro ruvidezza e impossibilità. Dall’emozione all’ossessione, dall’attrazione alla passione, esplora varie declinazioni dell’amore con sensibilità e coinvolgimento, e usa un registro più riflessivo che narrativo. Riesce a non essere mai banale nonostante l’emozione spesso lo sia, anche se ci piace ammantarla di unicità illusorie. Perché l’amore è sempre crudele ed egoista. Anche visto dal profondo di due occhi blu.
Particolarmente efficaci The King is Dead, che mette in scena la farsa involontaria che è la vita degli yuppie milanesi, e Used to Love Her, in cui l’autore si cala nella mente deviata di un femminicida.
Un mosaico sorprendente, nel quale Rodda riesce a dire qualcosa di nuovo sull’amore.
* Le nostre ore contate, Massimo Volume; Drugs, The Black Heart Procession; Fleet Foxes, Le Ceneri e i Monomi; The King is Dead, Ofeliadorme; Used to Love Her, Guns’n’Roses.