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Edward E. Evans-Pritchard – Stregoneria, oracoli e magia tra gli Azande

Questo saggio di Edward E. Evans-Pritchard è uno dei più influenti studi etnografici mai pubblicati, un lavoro che ha segnato una svolta metodologica e teorica nel campo dell’antropologia sociale. Frutto di ricerche condotte negli anni ’30 tra gli Azande, un popolo dell’Africa centrale, esplora il complesso sistema di credenze e pratiche magiche che permea la vita sociale, economica e politica di questa comunità. La sua rilevanza sta non solo nell’acribia etnografica, ma anche nella brillante capacità dell’autore di analizzare i fenomeni magici da una prospettiva che sfugge a qualsiasi approccio riduzionistico o eurocentrico.

Il saggio si concentra sul modo in cui gli Azande interpretano eventi e relazioni sociali attraverso il concetto di mangu, ovvero la stregoneria intesa come forza ereditaria e inconscia che spiega molte sventure e conflitti interpersonali. Questo sistema concettuale non è isolato, bensì intrinsecamente legato a due istituzioni parallele: l’uso degli oracoli e della magia.
Gli oracoli, strumenti di conoscenza e predizione, sono fondamentali nelle decisioni e nelle risoluzioni di problemi, e funzionano come vere e proprie autorità epistemiche che rendono coerente la realtà sociale degli Azande. La magia, da parte sua, viene usata per influenzare il corso degli eventi, non solo per vendetta, ma anche per protezione e buona sorte.

Un punto cruciale della trattazione è il rifiuto di Evans-Pritchard di considerare la stregoneria come una credenza primitiva o irrazionale; al contrario, egli dimostra come il sistema di credenze degli Azande abbia una logica coerente e internamente giustificabile. La stregoneria diventa un metodo interpretativo che, pur fondandosi su assunti radicalmente diversi da quelli della scienza occidentale, è ugualmente strutturato e socialmente funzionale. In questo senso, l’autore introduce una nuova sensibilità relativista in antropologia, suggerendo che il pensiero magico risponde a esigenze esistenziali e pragmatiche che non sono né assurde, né inferiori, ma semplicemente altre.
La struttura argomentativa è arricchita anche da un’esposizione dettagliata dei rituali, delle testimonianze e dei dialoghi raccolti tra gli Azande. Evans-Pritchard impiega una scrittura chiara e rigorosa, senza mai perdere di vista l’umanità dei soggetti studiati e mantenendo un distacco analitico che tuttavia non tradisce empatia e rispetto. Attraverso un’analisi puntuale, l’autore svela le dinamiche di potere, fiducia e tensione all’interno della comunità, dimostrando come la stregoneria non sia solo una credenza isolata, ma una forza che struttura le relazioni sociali e il pensiero.

Stregoneria, oracoli e magia tra gli Azande è, quindi, molto più di un resoconto etnografico; è una riflessione di profonda attualità sul relativismo culturale e sul modo in cui gli esseri umani, in contesti sociali e storici diversi, costruiscono il loro rapporto con l’ignoto, la sfortuna e il potere. L’opera è, a distanza di quasi un secolo, un pilastro insostituibile per chiunque voglia comprendere come le credenze si intreccino con la vita quotidiana, influenzando profondamente la percezione della realtà e le dinamiche di convivenza sociale.

Caterina Mannelli: Caterina Mannelli, laureata in Lettere con una passione per la scrittura e la cura del testo, si è specializzata in editing. Collabora con case editrici di rilievo, occupandosi di revisione e sviluppo editoriale, con particolare attenzione alla narrativa e alla saggistica. Curiosa e meticolosa, è sempre alla ricerca di nuove sfide in cui unire competenza e creatività per valorizzare ogni progetto letterario.
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