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    Categories: La pietra

Elizabeth Power – Polvere

Dipinto di Alpini Gionatan

Ci vuole mezza settimana per scrivere di una donna che ha un feticcio da scarpe, ma io insisto. L’odore di pelle, tacchi bassi e tacchi a spillo in camoscio mi segue per la casa. Mary Jane con le punte arrotondate, décolleté e una scorta di momenti segreti, avvolti in raso e riposti su una dozzina di scaffali per la pressa. La sua stanza degli ospiti è un armadio riempito di scatole di cartone. Sotto il letto c’è una scorta estiva di infradito, espadrillas, pantofole, crocs.
La prropretaria di questo bottino è un uccellino di donna con i capelli sparati e una fascia nera per tenerli in ordine. Fa una smorfia quando la esamino.
‘Vaffanculo, esci dalle mie credenze e fatti la tua storia. Ho abbastanza per le mani’, dice spingendo una valanga di guide sulla pressa.
Ho finito le parole e chiamo in aiuto un’amica.
‘È una merda’ sospira Joan quando leggo un estratto. ‘Come si chiama il negozio?’
‘In vendita. Scarpe per neonato. Mai indossate. 300 parole. “
Non mi piace la sua pausa.
‘Quanto annullamento c’è in questo?’ Chiede.
‘Huh.’
‘Vai a scrivere la storia’ mi istruisce.
Oltrepasso le scarpe da bambino ogni giorno mentre vado in bagno. Stanno lì, eleganti, blu marino con un rivestimento scozzese verde, su una vetrina in alto. Di tanto in tanto, il mio dito verifica la presenza di polvere nelle fessure della pelle.
Adesso lei è polvere e non voglio più scavarla e lucidarne le ossa come fanno in Tailandia.
Ho incontrato una donna di Pettigo che ha riesumato il bambino morto e lo ha portato a casa. E’ scesa nella tomba, ha spinto una pala nella terra e iniziato a scavare. E ha continuato a scavare. Deve aver impiegato un po’ di tempo, e non so come abbia preso la bara, ma l’ha fatto. Lo ha estratto dal suo involucro di raso, lo ha riportato a casa e lo ha messo nel letto accanto a lei. Suo marito l’ha presa male, entrando nella camera da letto sul retro del cottage e vedendo il bambino morto appoggiato sul cuscino in quel modo.
‘Ehi. Ma cosa si aspettavano? Quando mi sono svegliata dalle droghe che mi davano, il funerale era finito e andato.’
Prendo un panno e lucido le scarpe e vorrei che il terreno la sputasse fuori. Voglio separare le nuvole sopra la mia testa e riafferrarla. Voglio scuotere gli alberi affinché possa cadere come una mela tra le mie braccia.
Quando arrivammo all’ospedale era morta. La canzone “Avanzando fino allo spirito in cielo” suonava dall’altoparlante mentre attraversavamo la porta.
La lampadina elettrica era saltata nell’obitorio e un prete teneva una torcia mentre la lavavo e la stendevo. C’era un odore soffocante di mele. Ero calma, persino euforica. Indossai il vestito bianco che Ann aveva stirato quel pomeriggio e presi le scarpe. Blu marino elegante con un rivestimento scozzese verde. Marino, perché si intonasse con i suoi occhi blu marino.
Sento un sussurro: “Sto camminando nel cielo blu adesso, mamma. Non ho bisogno delle scarpe.”
La donna con il feticcio delle scarpe bussa alla mia porta. ‘Hai trovato quello che cercavi?’ dice.
‘Sì. Ho la mia storia. E’ anche andata bene. Succinta. È quello che ha detto.’
‘E le scarpe?’
‘Scarpe?’
‘Tre paia all’anno per venticinque anni – le ho tenute via per te.’

Elizabeth Power: Elizabeth Power ha un Bachelor of Arts (hons) in Studi femminili presso la National University di Galway, Irlanda (1996) e un Master od Arts (hons) in Scrittura (2007). Ha vinto o è stata inserita in diversi concorsi internazionali o nazionali di racconti brevi, tra cui lo Swift Satire International Writing Competition”, “Domineer International Literary Festival” e “Maria Edgeworth Literary Festival”, “John Arden Spoken Word”, “June Fest Short Story story”. La sua poesia e la sua narrativa sono state ampiamente pubblicate su riviste letterarie, tra cui Crannog, The Moth, Skylight 47 e Noir By Noir West (Arlen House), The Holly Bough, Three Drops From a Cauldron (UK) e Sheela Na Gig (US). Maggiori dettagli sul suo sito: elizabethpowerwriter.com
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