X

Manuali di scrittura creativa: il grande complotto per annientare il tuo genio

Tu, scrittore puro, anima incontaminata dalle nefaste influenze del mondo esterno, vessillo vivente della creatività incontaminata! Il tuo talento è un fiore selvatico, nato spontaneo tra le crepe dell’asfalto, immune da qualsiasi forma d’irrigazione artificiale. E guai a chi osa suggerirti che, forse, ma solo forse, una spruzzatina d’acqua ogni tanto potrebbe farti bene!
Dovessi mai leggere un manuale di scrittura creativa, rischieresti la catastrofe: un’invasione di regole assassine, schemi costrittivi, trappole infernali travestite da consigli. L’orrore! Ti sveglieresti una mattina con la testa piena di strutture narrative, di idee sull’arco di trasformazione del personaggio, di consapevolezza sulla costruzione di una scena. Ormai irriconoscibile, avresti perso per sempre la tua spontaneità, trasformandoti in uno di quei poveretti che scrivono romanzi leggibili, con trama, scene, sequenze, dialoghi e tutto il resto. Il tuo io artistico, ormai snaturato, piangerebbe lacrime d’inchiostro sotto il giogo corruttore del Grande Sistema Editoriale.
E che dire dei corsi di scrittura creativa? Luoghi di perdizione, ovviamente. Veri e propri centri di rieducazione letteraria in cui individui privi di talento si riuniscono per apprendere le tecniche di base. Tecniche! La parola stessa dovrebbe farti rabbrividire. Perché mai uno scrittore degno di questo nome dovrebbe imparare qualcosa da chi ha già pubblicato ed è stato letto da milioni di persone? Chi mai vorrebbe ricevere consigli da qualcuno che ha già fatto il percorso che tu sogni d’intraprendere?
No, no, meglio restare puri e liberi, fluttuando nell’etere dell’ispirazione, senza lasciarsi contaminare da quegli esseri inferiori che studiano, provano, sbagliano, imparano. Meglio ignorare l’evidenza storica che dimostra come anche i grandi scrittori abbiano avuto maestri, abbiano letto con attenzione chi li ha preceduti, abbiano affinato il proprio stile con pazienza e continuo confronto. Meglio restare convinti che la scrittura sia una sorta di talento divino che o ce l’hai o non ce l’hai, come la capacità di camminare sulle acque tipica dei geni innati.
E se poi la tua prosa risulterà involuta, illeggibile, pretenziosa e sconclusionata, pazienza. Il mondo non ha mai capito i geni, del resto, si sa. Gli editori, i lettori, i critici: tutti corrotti dal malefico influsso della tecnica. Il vero scrittore non si piega a queste miserie. Rimane incompreso. Rimane autentico. Rimane, soprattutto, inedito.

Heiko H. Caimi: Heiko H. Caimi, classe 1968, è scrittore, sceneggiatore, poeta e docente di scrittura narrativa. Ha collaborato come autore con gli editori Mondadori, Tranchida, Abrigliasciolta e altri. Ha insegnato presso la libreria Egea dell’Università Bocconi di Milano e diverse altre scuole, biblioteche e associazioni in Italia e in Svizzera. Dal 2013 è direttore editoriale della rivista di letterature Inkroci. È tra i fondatori e gli organizzatori della rassegna letteraria itinerante Libri in Movimento. ha collaborato con il notiziario "InPrimis" tenendo la rubrica "Pagine in un minuto" e con il blog della scrittrice Barbara Garlaschelli "Sdiario". Ha pubblicato il romanzo "I predestinati" (Prospero, 2019) e ha curato le antologie di racconti "Oltre il confine. Storie di migrazione" (Prospero, 2019), "Anch'io. Storie di donne al limite" (Prospero, 2021) e, insieme a Viviana E. Gabrini, "Ci sedemmo dalla parte del torto" (Prospero, 2022) e "Niente per cui uccidere" (Calibano, 2024). Svariati suoi racconti sono presenti in antologie, riviste e nel web.
Related Post