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Rogelio Iriarte – Il principe della morte

L’ambiguo intreccio tra bene e male

“Ho bisogno di lei perché mi aiuti a consegnarmi nelle mani della giustizia”.Chi parla è un vecchio, ormai prossimo alla morte rivolto, rivolto al giornalista Arsenio Cabrales.  “Andarmene alla sepoltura anonimamente, dopo tutto quello ho fatto, mi sembra un’ingiustizia nei miei riguardi […] non creda che mi vanti […] No, non è questo. Ho fatto le cose talmente bene che nessuno sa che esisto. Io sono l’esattore”.
Questo è l’inizio de Il principe della morte, terzo libro della trilogia di Bogotà di Rogelio Iriarte.  Cabrales si trova immerso nel lusso sfrenato della magione del Caimano del Maddalena e ne raccoglie le confidenze: crude e spietate testimonianze delle torture fatte su commissione. Il Caimano ha una propria politica: mai colpire un innocente. Chiunque sia passato tra le sue mani se lo meritava.

Ancora una volta Iriarte approfitta della narrazione per raccontarci come morte e vita, torturati e torturatori, giustizia e viltà si incrocino e spesso si assomiglino; tanto che, a volte, non si riesce  a distinguerli. E ancora ci domandiamo: é davvero così facile dividere il bene dal male?
Un meraviglioso romanzo dal maestro colombiano del noir.

Barbara Bergamaschi:
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