L’inverno dell’anima
Come un airone, che è buono solo per essere impagliato, e quasi non vale la cartuccia che serve per ucciderlo, e, una volta colpito, non si rende conto di essere già morto, ma si ostina a vivere come se nulla fosse, il quarantenne Edgardo, benestante ebreo sfuggito agli esiti nefasti delle leggi razziali, si lascia trascinare dagli eventi in una giornata d’inverno dedicata alla caccia in quel di Codigoro.
Appena sveglio, si pente della decisione di andare a sparare per gli acquitrini, ma va comunque, di malavoglia, opponendo una sorda resistenza alla buona riuscita di quanto egli stesso si è prefissato; così nulla accade all’ora giusta e nel modo giusto.
Nel lungo succedersi delle ore e dei luoghi, scanditi come stazioni della via crucis, si avverte il disgusto del protagonista per la propria vita e il distacco, oramai consumato, da ogni rapporto umano. La giornata trascorre apparentemente senza scopo, attraverso paesaggi immobili e magistralmente descritti, osterie, strade deserte fra i campi e gli zuccherifici, con pochi incontri, ma sempre sbagliati, e resta così sospesa fino alla liberatoria risoluzione, l’unica possibile, a tarda sera.
Una scrittura potente ed evocativa. Bassani è sempre un’ottima scelta.