Puoi raccontare la storia come ti pare, mi ha detto,
puoi essere io o lui o lei o noi o loro o tu,
e comunque non mentirai,
anche se forse racconterai due storie in una.
Un bambino scende di corsa lungo un sentiero sul fianco di una collina. Piange, cerca aiuto dopo aver assistito a un fatto terribile. É il figlio del fabbricante di chiavi, un artigiano in grado di infondere alle proprie creazioni un misterioso potere. In preda a confusione e terrore, il bambino confesserà di aver assistito a un brutale omicidio.
È avvenuto davvero l’omicidio? Il bambino ha visto o ha creduto di vedere?
L’uomo del censimento di China Miéville sgretola certezze: l’inizio chiaro e lineare della storia si trasforma, pagina dopo pagina, in qualcosa d’indefinito. Il crimine nasconde una verità che rimarrà sempre sulla soglia della rivelazione, in bilico tra realtà e allucinazione.
Il figlio del fabbricante di chiavi muoverà i suoi passi in un romanzo denso di rimandi e suggestioni, in grado di lasciare il lettore senza punti di riferimento.
Finalista al premio Hugo del 2017, L’umo del censimento è una lettura conturbante e singolare.