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Robert Plant – Manic Nirvana

Manic Nirvana, quinto album di Robert Plant (ex cantante dei Led Zeppelin) pubblicato nel 1990, è il culmine della prima parte della sua carriera da solista. Come nei lavori precedenti, fonde elementi pop e dance con sonorità rock e hard rock, portandoli all’apice prima del parziale cambio di rotta con Fate of Nations (1993), album molto più soft.

Si parte alla grande con il primo singolo, Hurting Kind (I’ve Got My Eyes on You), un rock energico e orecchiabile, che mette in evidenza la voce potente e graffiante di Plant: come si disse allora, il leone torna a ruggire – da tempo i fan aspettavano un ritorno a un sound più zeppeliniano. Il testo parla di una donna che ha stregato il protagonista con il suo fascino e il suo sguardo. Il brano raggiunse il primo posto nella classifica Mainstream Rock Tracks. Si prosegue con Big Love, un rock dal ritmo incalzante guidato da un riff incalzante e da un ritmo sincopato. S S S & Q è un brano più sperimentale e psichedelico, con una base elettronica e una voce filtrata ad effetto, ma ancora molto rockettaro. Il titolo è l’acronimo di “Shake, Shudder, Shiver and Quake”, con riferimento alle sensazioni che il protagonista prova quando incontra la sua amata. Il testo è ricco di immagini surreali e di metafore erotiche, nella migliore tradizione dei Led Zeppelin. I toni si smorzano con I Cried, una ballata emotiva e intensa, con una chitarra acustica che accompagna la voce di Plant fino al centro della canzone, per poi distorcersi nuovamente in un ritornello più rock che rende incisiva la storia d’amore finita male qui raccontata. She Said è un brano rock con influenze blues e un ritmo decisamente funk, dove la sezione ritmica è in evidenza e una chitarra solista arpeggia tra le strofe rendendo sempre più angosciante l’atmosfera: una grande prova della band. La canzone a suo tempo era stata esclusa dalla versione in vinile dell’album. Si chiude il primo lato con Nirvana, canzone dal sapore orientale, con una melodia esotica e una chitarra slide che si avvolgono su un ritmo rock e un arpeggio funk. Il testo è una sorta di preghiera, in cui viene invocato il nirvana, ovvero lo stato di pace e liberazione dal ciclo delle rinascite; è infatti un crescendo continuo che si va a infrangere contro la parete di suono che chiude il pezzo. Il brano è dedicato alla memoria di Roy Harper, cantautore inglese amico di Plant cui già era stata dedicata una famosa canzone dei Led Zeppelin (Hats off to Roy Harper, dal terzo album della band).

Si riapre con Tie Dye on the Highway, che celebra la cultura hippie e il movimento pacifista degli anni Sessanta con un ritmo più allegro e una chitarra trascinata che poi sboccia in un riff ossessivo. Il testo cita vari simboli e slogan dell’epoca, come il tie dye, Woodstock, il flower power e il make love, not war. Il brano è ispirato al romanzo The Electric Kool-Aid Acid Test di Tom Wolfe, che racconta le avventure di Ken Kesey e dei Merry Pranksters, un gruppo di artisti e attivisti che viaggiavano in un autobus colorato e sperimentavano l’LSD. Your Ma Said You Cried in Your Sleep Last Night è la cover di una canzone del 1961, scritta da Stephen Schlaks e Mel Glazer, e interpretata da vari artisti, tra cui Kenny Dino e Shakin’ Stevens. Riadattata per questo album, suona molto rockabilly, con un ritmo veloce e una chitarra twangy. Anniversary è apparentemente una ballata romantica e malinconica, che si snoda pian piano fino al grido angosciante che chiude la canzone. Straordinario l’assolo di Doug Boyle. Il testo parla dell’anniversario di una relazione finita male, di cui Plant ricorda i momenti felici e quelli tristi, sperando di non sentire più il bacio dell’amata, ma il riferimento esplicito è quello alla morte di John Bonham, batterista dei Led Zeppelin, esattamente dieci anni prima dell’uscita di Manic Nirvana.  soe spera che la sua amata sia ancora innamorata di lui. Liars Dance è un brano acustico dalle atmosfere folk, con una chitarra classica e una voce delicata. Il testo è una riflessione sulle bugie e le illusioni che spesso caratterizzano le relazioni umane. Il brano di chiusura, Watching You, è un rock psichedelico e oscuro, con una base elettronica, una chitarra distorta e intrusioni arabeggianti. Racconta una sorta di incubo in cui il protagonista si sente osservato e perseguitato da una presenza maligna, che potrebbe essere un amore del passato o la sua coscienza.

Manic Nirvana è, nel suo complesso, un album straordinario: vario e originale, mostra ancora una volta la versatilità e la creatività di Robert Plant, capace di spaziare tra diversi generi e influenze, di sperimentare sempre senza perdere la propria identità e la propria inconfondibile personalità. A parere dello scrivente è il suo miglior album solista, in cui si fondono meglio che altrove elementi musicali di svariata provenienza, trovandone la sintesi perfetta. Seguito naturale dell’ottimo (ma meno riuscito) Now and Zen (1988), di cui riprende alcune sonorità e atmosfere, e nel quale aveva segnato la sua riconciliazione con il passato dei Led Zeppelin suonando nuovamente con Jimmy Page, Manic Nirvana è un album in cui il cantante inglese mostra nuovamente la sua capacità di reinventarsi continuamente. Una delle vette artistiche di uno degli artisti più influenti e carismatici della storia del rock.

Heiko H. Caimi: Heiko H. Caimi, classe 1968, è scrittore, sceneggiatore, poeta e docente di scrittura narrativa. Ha collaborato come autore con gli editori Mondadori, Tranchida, Abrigliasciolta e altri. Ha insegnato presso la libreria Egea dell’Università Bocconi di Milano e diverse altre scuole, biblioteche e associazioni in Italia e in Svizzera. Dal 2013 è direttore editoriale della rivista di letterature Inkroci. È tra i fondatori e gli organizzatori della rassegna letteraria itinerante Libri in Movimento. ha collaborato con il notiziario "InPrimis" tenendo la rubrica "Pagine in un minuto" e con il blog della scrittrice Barbara Garlaschelli "Sdiario". Ha pubblicato il romanzo "I predestinati" (Prospero, 2019) e ha curato le antologie di racconti "Oltre il confine. Storie di migrazione" (Prospero, 2019), "Anch'io. Storie di donne al limite" (Prospero, 2021) e "Ci sedemmo dalla parte del torto" (Prospero, 2022, insieme a Viviana E. Gabrini). Svariati suoi racconti sono presenti in antologie, riviste e nel web.
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