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Francesca Romano – L’inganno della mantide

La mantide orchidea è un insetto che riprende forme e colori di varie specie di orchidea: un travestimento efficace, che risulta tanto allettante quanto letale per le vittime che ne vengono attratte e che trovano la morte tra le sue spire. E tingendosi ora di giallo, ora di noir, a tratti grottesco: un sottile gioco di finzione, il bluff di una partita a poker tra scrittore e lettore.
Quelle presentate da Francesca Romano sono sette sorprendenti storie a sfondo noir, eclettiche e a tratti paradossali, che come piccoli thriller ci lasciano col fiato sospeso.
Ambientati nella vasta provincia di Brescia, in primis nella zona lacustre del Garda, i racconti ruotano attorno a un unico filo conduttore, il tema dell’inganno (cui già allude il titolo).

Si tratta di un’antologia breve, scritta in modo fluido, ironico, irriverente e profondo. Una narrazione avvincente caratterizzata da un ritmo via via crescente che ci conduce ad amare riflessioni.
Dalla prima all’ultima pagina si assiste a continui colpi di scena. La Romano riesce a dipanare con tono spigliato gli intrecci che coinvolgono i vari personaggi, alle prese con i tranelli di cui sono capaci gli esseri umani.
In ognuno dei racconti, inoltre, si nasconde un mistero che può portare a intime considerazioni e, in certi casi, anche a commuoversi, per esempio in  “Origami”: La gente di solito mi evita, e qualche volta mi maltratta; probabilmente è per il mio aspetto: dopo anni di solitudine, sono malridotto. Così me ne sto in disparte, accartocciato in me stesso ai margini delle strade, sognando le acque del mare limpido e

Anche altri racconti sono scritti con tocco struggente e allo stesso tempo ingannevole. Come una mantide, per l’appunto: Ogni giorno ti vedevo passeggiare lungo la strada, ti specchiavi nella vetrina della mia lavanderia, senza notarmi, e t’incamminavi verso la pasticceria (pag. 44). La voce della moglie lo risvegliò dai tristi ricordi. Prese in braccio i suoi bimbi, stringendoli forte. Li avrebbe protetti dalle ingiustizie del mondo a costo della vita, perché questo fanno i genitori: i figli hanno diritto all’amore e alla protezione assoluta (pag. 72).
Le parole ben calibrate e inserite al posto giusto nelle vicende dei protagonisti lasciano altresì un forte desiderio di soffermarsi sulla bellezza e sulla profondità che ben sanno evocare.

Un libro ben scritto, dunque, con personaggi talvolta ambigui come si addice ad un thriller. Lo scorrere degli eventi in ogni racconto è ben strutturato e intrigante.
Una raccolta da leggere per intero se si ha voglia di  qualcosa di nuovo e di interessante. Un libro che decisamente cattura e coinvolge. Da non lasciarsi sfuggire.


Recensione pubblicata per gentile concessione di Brescia Si Legge.

Rachele Anna Manzaro: Rachele Anna Manzaro è nata nel 1970 a Brescia, dove vive e lavora come educatrice professionale nell’ambito della disabilità. Ha esperienza nell’ambito dell’associazionismo culturale. Membro attivo di Brescia si legge, recensisce libri per alcune testate culturali online. Frequenta la Bottega della scrittura di Brescia e ha collaborato alle antologie "I racconti della Leonessa" (Calibano, 2022) e "Ci sedemmo dalla parte del torto" (Prospero, 2022).
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