Georges Simenon – L’uomo che guardava passare i treni

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Riduttivo chiamarlo noir

Un uomo qualunque si trova, all’improvviso, padrone della propria esistenza. Ma la sua nor-malità, come ogni altra, è illusoria: un meccanismo che, appena s’inceppa, lo trasforma in un individuo capace di tutto. Lasciata la vita abitudinaria, strappati i legami col quotidiano, egli si addentra in un mondo parallelo, del quale ignorava l’esistenza, fatto di delinquenza, preva-ricazione ed espedienti.
Un Noir dalla scrittura magistrale, un affresco che, addentrandosi nella vicenda, si rende nitido fino a risplendere. Il prototipo di come il tratteggio psicologico di ogni personaggio narrato dovrebbe essere: impeccabile.

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Giorgio Olivari nasce a Brescia nel secolo scorso. È professionista nel campo del disegno industriale da più di trent’anni. Dopo i primi quarant’anni da lettore scopre la scrittura per caso: uno scherzo della vita. La compagna di sempre lo iscrive a un corso di scrittura creativa: forse per gioco, più probabilmente per liberarsi di lui. Una scintilla che, una volta scoccata, non si spegne ma diventa racconto, storie, pensieri; alcuni dei quali pubblicati dai tipi di BESA in "Pretesti Sensibili" (2008). La prima raccolta di racconti brevi, "Futili Emotivi", è pubblicata da Carta & Penna Editore nel 2010. La sua passione per la letteratura lo ha portato a “contagiare” altri lettori coordinando gruppi di lettura: Arcobaleno a Paderno Franciacorta, Chiare Lettere a Nave.

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