Raffinata ossessione
Nel giorno del suo quarantunesimo compleanno uno scrittore viennese riceve una lunga lettera. L’autrice è una donna sconosciuta che lo ha perdutamente amato lungo il corso di tutta l’esistenza e che nella missiva gli narra la propria vita.
La Belle Époque amplifica il sentimentalismo della vicenda, che ispirò un omonimo mélo cinematografico nel 1948, per la regia di Max Ophüls.
In questo breve romanzo, che sarebbe più appropriato definire novella, sono presenti numerosi motivi della letteratura ottocentesca e del melodramma: la giovinetta bella e onesta, l’affascinante seduttore, il tema della donna perduta e del figlio della colpa, fino al tragico epilogo.
Zweig, tuttavia, ricompone questi elementi in modo originale, narrando una storia in cui mancano i buoni e i cattivi, ma su cui emerge il suggestivo ritratto di una donna e della sua ossessione.
Nelle proprie scelte al limite del masochismo, la sconosciuta non è vittima, ma artefice del proprio destino, conferendo modernità a una vicenda che correrebbe il rischio di risultare datata.
Raffinato.