Scheda
- Autore
- Oriana Ramunno
- Titoli
- Il bambino che disegnava ombre
- Traduzione
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- Editore
- Rizzoli, 2021
- Info
- 384 pp. - € 18,00
Questo libro è una rosa. Le rose durano poco. Vivono per qualche giorno, come le letture più appassionate.
Questo libro ha il colore del sangue. Perché racconta la crudeltà più feroce, ma anche la passione, quella per la giustizia e quella per gli uomini a cui è concesso di amarsi, al di là di ogni legge, di ogni costrizione abnorme.
Questo libro è un profumo. La dolcezza della vita che resta, tenace, in un residuo, oltre l’abominio dei campi di sterminio.
Questo libro non è un giallo. Ho scritto che è rosso, infatti. Diciamo, se insistete, che è anche un giallo nella misura in cui un giallo è proprio come un fiore. Nasconde il cuore della verità, e puoi scoprirlo solo sfogliandolo.
Questo libro è anche l’indagine di Hugo Fischer mandato ad Auschwitz per scoprire chi ha assassinato il dottor Braun, assistente di Mengele.
Ci sono le piste, i falsi indizi, i depistaggi e i colpi di scena. Il tutto disseminato magistralmente. Per cui, vedete, se ci sono i semi non possiamo che tornare alla rosa. E questo libro è soprattutto una rosa.
Giole, il bambino del campo, la coglierà insieme a tutti noi.
LA TRAMA
Quando Hugo Fischer arriva ad Auschwitz è il 23 dicembre del 1943, nevica e il Blocco 10 appare più spettrale del solito. Lui è l’investigatore di punta della Kriminalpolizei e nasconde un segreto che lo rende dipendente dalla morfina. È stato chiamato nel campo per scoprire chi ha assassinato Sigismud Braun, un pediatra che lavorava a stretto contatto con Josef Mengele durante i suoi esperimenti con i gemelli, ma non ha idea di quello che sta per affrontare. A Berlino infatti si sa ben poco di quello che succede nei campi di concentramento e lui non è pronto a fare i conti con gli orrori che vengono perpetrati oltre il filo spinato. Dalla soluzione del caso dipende la sua carriera, forse anche la sua vita, e Fischer si ritroverà a vedersela con militari e medici nazisti, un’umanità crudele e deviata, ma anche con alcuni prigionieri che continuano a resistere. Tra loro c’è Gioele, un bambino ebreo dagli occhi così particolari da avere attirato l’attenzione di Mengele. È stato lui a trovare il cadavere del dottor Braun e a tratteggiare la scena del delitto grazie alle sue sorprendenti abilità nel disegno. Mentre tutto intorno diventa, ogni giorno di più, una discesa finale agli inferi, tra Gioele e Hugo Fischer nascerà una strana amicizia, un affetto insolito in quel luogo dell’orrore, e proprio per questo ancora più prezioso.