Luigi Meneghello – I piccoli maestri

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Una Resistenza che palpita di umanità

Luigi Meneghello racconta la propria esperienza durante i primi anni della guerra di Liberazione, quando ancora chi la combatteva non veniva chiamato Partigiano. La parte centrale del romanzo è incentrata sull’incontro dell’autore, uomo colto e di famiglia agiata che cerca di esaminare la guerra su un piano filosofico, con Castagna, il popolano capo dei “ribelli” che i fascisti chiamano con disprezzo “banditi”: un individuo diretto e realista fino a sembrare cinico. Attraverso il loro confronto, molto difficile, l’autore pone le premesse per un percorso di comprensione e definizione del fenomeno della Resistenza, evitando la retorica, il rancore e i luoghi comuni.

I piccoli maestri, pur narrando fatti reali, non rinuncia alla cura dello stile e allo sfogo lirico, e racconta una Resistenza lontana dai toni celebrativi ed eroici da monumento: una Resistenza che, prima di trasformarsi in azione di guerra, diviene presa di coscienza politica e civile. Luigi Meneghello ci restituisce figure di palpitante umanità, con le loro paure, i loro dubbi e la loro determinazione, mentre compone l’affresco complesso, drammatico e a tratti commovente di un Paese dilaniato dalla guerra civile. Ne ricaviamo l’impressione di una riflessione profonda, potente, che unisce al riconoscimento del grande valore storico della Resistenza la consapevolezza della fragilità della condizione umana e del suo essere sempre, e comunque, in balia del caso.
L’autore maladense rifugge i toni freddi della cronaca di fatti ormai fin troppo noti e, nonostante lo stile antinarrativo, riesce a coinvolgere fino all’ultima pagina.
Una pietra miliare della narrativa resistenziale.

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