18 racconti circa
Una scrittura asciutta e sicura fa da contraltare a storielle di vario spessore e genere (tra surreale e fantascienza, passando per il pulp), dal bozzetto brillante (Storia di un Achille Baldacci…) al paradosso di poche righe (Buongiorno Shektel), dal racconto a mosaico (Matrioska party) al dialogo di stampo teatrale (Stai parlando di fragole sintetiche?), passando da momenti folgoranti (Escluso il cane) a idee trite e ritrite (Il cane con gli stivali gialli), da idee brillanti uccise da soluzioni banali (Latte macchiato) a dialoghi in stile tarantiniano azzerati da finali ovvii (Lacune facilmente colmabili). Il tutto in un flusso discontinuo di temi e di stili, tutti improntati a un certo giovanilismo e funestati da un editing “creativo” che non tiene minimamente conto delle regole di punteggiatura nel discorso diretto e abiura segni differenti dalle virgole e dai punti.
A proposito, i racconti sono 18, e le sardine anche.