Muriel Barbery – L’eleganza del riccio

0
2084

L’indigeribilità dei libri cattivi

Pasticcio di cliché intellettualistici in salsa parigino-giapponese, questo romanzo narra dell’inverosimile riscatto di una tristissima portinaia, grazie all’aiuto di un saggio inquilino del Sol Levante e di una tredicenne aspirante suicida. Il finale è di una maestosa banalità. In tempi non sospetti Francesco Guccini aveva cantato, con altri fini: “Come in un libro scritto male/Lui si era ucciso per Natale”. Parole che, a distanza di anni, sembrano stilate apposta per questo romanzo. (MC)

SHARE
Articolo precedentePolenta all’alpe di Ballano
Articolo successivoGiuseppe Ciarallo – Rapa al Capolinea
Un altro uomo invisibile che galleggia in mezzo al mare del nulla, è arduo definirlo sia per tratti somatici che per età. Campa la vita lavorando, di contraggenio, in uno dei templi assoluti della brescianità e, ciò nonostante, ne prende ispirazione per le cose che scrive. Espulso da tutti i circoli cui si è aggregato, gli amici lo chiamano “Wikipedia” a causa dei discorsi incomprensibili e della pronunzia, che confonde in un unico suono le erre, le elle, le vu, le pi, le bi, le esse e le effe. Sostiene di essere pacifista, ma si vanta di aver redatto, molto tempo fa, alcuni testi rivoluzionari per un ex-guerrigliero irascibile e avarissimo, ora convertitosi al libero mercato.

Lascia un commento

Scrivi un commento
Per favore inserisci qui il tuo nome

inserisci CAPTCHA *