Jonas Jonasson – Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve

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Un irritante guazzabuglio

Romanzo che entra di diritto nella categoria dei libri da dimenticare, narra le picaresche avventure, dalla nascita fino all’estrema vecchiezza, di uno strano tipo di svedese che, insieme ad altri biechi personaggi, troverà anche il tempo di lasciare un’impronta sulla storia del mondo. Poco credibile nel suo continuo appellarsi ai valori dell’amicizia, piatto nella descrizione dei caratteri e meccanico nella messa in scena, l’autore confeziona per il protagonista una sequela squinternata di vicende che forse il solo Paperino, con la sua simpatia e il suo spessore esistenziale, avrebbe saputo nobilitare. Sfortunatamente Jonas Jonasson non è né Walt Disney né Carl Barks. E questo si vede chiaramente dalla prima all’ultima pagina.

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Un altro uomo invisibile che galleggia in mezzo al mare del nulla, è arduo definirlo sia per tratti somatici che per età. Campa la vita lavorando, di contraggenio, in uno dei templi assoluti della brescianità e, ciò nonostante, ne prende ispirazione per le cose che scrive. Espulso da tutti i circoli cui si è aggregato, gli amici lo chiamano “Wikipedia” a causa dei discorsi incomprensibili e della pronunzia, che confonde in un unico suono le erre, le elle, le vu, le pi, le bi, le esse e le effe. Sostiene di essere pacifista, ma si vanta di aver redatto, molto tempo fa, alcuni testi rivoluzionari per un ex-guerrigliero irascibile e avarissimo, ora convertitosi al libero mercato.

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