Poesia distillata. In versi brevissimi, interi universi.
Le peripezie di un Ulisse in perenne navigazione, sospeso tra la nostalgia di un’Itaca idealizzata e l’incertezza di ogni futuro approdo.
Valigie di cartone in viaggio verso un nord freddo per sua stessa natura, e barconi di speranza che affondano tra flutti di indifferenza. Stesse aspettative, la ricerca di una vita dignitosa, destini differenti.
Poesie fatte di mare, di pietra, di contorti e secolari ulivi, elementi vitali la cui perdita – con la partenza – lascia ferite non rimarginabili, e visibili, indelebili cicatrici su cortecce di carne.
L’intero testo è venato, gramscianamente parlando, di pessimismo della ragione, mentre è del tutto assente l’ottimismo della volontà. Sembra che l’ottimismo l’autore lo abbia perso lungo la strada del suo peregrinare.
A conclusione della raccolta, il poeta lancia un accorato grido di dolore nel constatare che
Col benessere nella fondina / i Meridionali di ieri / chiudono ai nuovi / la porta del cuore.