Federico Buffa e Paolo Frusca – L’ultima estate di Berlino

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Un soldato tedesco reduce della Prima guerra mondiale e un giornalista americano raccontano le Olimpiadi del 1936 a Berlino. Il primo attraverso lo sforzo organizzativo dei Giochi, mostrandoci una Germania poco grata ai suoi eroi di guerra, impastata di miti razziali e preoccupata di mostrare al mondo la propria grandezza; il secondo attraverso le storie di sport, cercando una chiave di lettura del Paese che lo ospita al di là delle apparenze “patinate”.

Il linguaggio moderno e la struttura narrativa, basata sui due punti di vista dei protagonisti, fanno di L’ultima estate di Berlino una lettura accattivante e sciolta.
Particolarmente interessante è il punto di vista del capitano Fürstner, che, pur essendo un uomo del sistema, ne percepisce i limiti e le contraddizioni in un’epoca in cui la tragedia è ancora di là da venire, ma i cui segnali sono sotto gli occhi di chiunque li voglia vedere.

Le storie raccontate dal giornalista americano, invece, riportano al senso dello sport come paradigma della vita, dove le imprese epiche, la solidarietà, l’agonismo condiviso e la bellezza dei gesti atletici diventano valori universali, al di sopra delle razze e delle culture.

Un romanzo che esplora i valori più autentici in un’epoca in cui scegliere da che parte stare non dà adito a compromessi e la via dell’umanità non è la più battuta.

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