Una giovane donna, Marie Rogêt, scompare per la seconda volta, e viene ritrovata cadavere sulle rive della Senna. Le indagini di polizia portano a prove dubbie, i testimoni sembrano poco attendibili e la stampa sposa teorie divergenti, arrivando addirittura a supporre che la vittima non sia chi si crede. Quale sarà la verità su quella morte? Potrà scoprirlo solo Auguste Dupin, alla sua seconda indagine.
Pubblicato a puntate tra il 1842 e il 1843, Il mistero di Marie Rogêt si ispira a un fatto di cronaca realmente avvenuto e rimasto irrisolto. Poe mette in campo tutta la sua perizia induttiva e deduttiva attraverso il personaggio dell’investigatore Auguste Dupin (che ispirò Arthur Conan Doyle nella creazione del celebre Sherlock Holmes e che diede il via alla narrativa gialla e poliziesca, i cui epigoni non si contano).
Divertendosi a mettere alla berlina i suoi colleghi giornalisti e il loro modo di dare le notizie (già allora la sensazione provocata nei lettori contava molto più dei fatti), Poe scrive un perfetto racconto ad incastro, in cui il ragionamento mette alla berlina l’irrazionalità delle ricostruzioni, dimostrandole tutte fasulle o inaffidabili. Non solo: proprio ragionando su un caso reale (quello dell’omicidio di Mary Cecilia Rogers, avvenuto a New York), fornisce agli investigatori gli elementi per arrivare all’arresto del vero assassino.
Narrato con uno stile asciutto che niente lascia all’emozione, Il mistero di Marie Rogêt è un racconto sospeso tra realtà e fantasia, indimenticabile e straordinario.