AAVV – Delitti in giallo

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Nel pantano del giallo italiano

12 delitti per altrettanti autori del giallo nostrano, dai più noti a quelli di più recente pubblicazione: nelle premesse un’occasione succulenta, nei fatti una kermesse per lo più deludente.

Pochi racconti si sollevano dalla medietà e a farne le spese è soprattutto la suspense, troppo spesso sacrificata a finali prevedibili o a personaggi privi di interesse. Segnaliamo Il bruto di Villalunga, di Stefano Di Marino, che riporta sulla pagina Bas Salieri, investigatore a cavallo tra realtà e magia: un racconto intrigante e suggestivo che forse avrebbe avuto bisogno di un numero di pagine più corposo per uno sviluppo pienamente soddisfacente. La Signora Silvana di Diego Lama, La finestra dell’hikikomori di Massimo Lunardi e, soprattutto, Il terzo testimone di Marzia Musneci si distinguono per originalità sia nella messa in scena che nella scrittura.

Ma l’unico racconto che spicca è L’ultimo volo dell’Aquila, di Ilaria Tuti, ambientato nel castello di Kransberg durante gli ultimi giorni del Terzo Reich: un’indagine sul filo del rasoio per la quale il professor Abbati, internato a Dachau, viene liberato e incaricato di risolvere un omicidio che sa di tradimento. Una sfida difficilissima, quella raccolta dall’autrice friulana, poiché affrontando certi argomenti si rischia continuamente di scivolare nelle trappole della retorica, della parodia o del patetismo; trabocchetti che Ilaria Tuti riesce a evitare puntualmente, scrivendo una storia incandescente e davvero memorabile.