Ross Macdonald – Bersaglio mobile

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Il detective Harper viene incaricato da Elaine Sampson, signora della buona società, di ritrovare suo marito Ralph Sampson, ricco petroliere che si è fatto da solo, del quale sospetta il rapimento. La ricerca porterà Lew Archer a fare la conoscenza della famiglia Sampson e del suo entourage, tra santoni straricchi e stelle del cinema in declino, e a scoprire una verità ben diversa da quella che gli è stata dipinta tra sesso, avidità, odio familiare e crimine.

Ross MacDonald (pseudonimo di Kenneth Millar) resta uno dei maestri dell’hard boiled e del giallo in generale. Lew Archer è una variante a metà tra Marlowe e Hammer con una giusta dose di asprezza, di romanticismo e di disincantato animo libertario.
Non per nulla piaceva molto anche a Manchette, che in qualche modo ne replicò certi stilemi in un paio di romanzi, uno dei quali portato sullo schermo da Alain Delon in Per la pelle di un poliziotto (Pour la peau d’un Flic, 1981). Paul Newman ne ha dato una bella interpretazione in due film (Detective’s Story, 1966 , tit.or. Harper; e Detective Harper: acqua alla gola, 1975, tit.or. The Drowning Pool) nei quali, per una bizzarria scaramantica, si chiamava Harper perché non voleva interpretare personaggi con il nome che cominciava per “A”.
Poco importa, questo Bersaglio mobile sembra un manifesto del genere: calato profondamente negli anni Sessanta, schiera, nella versione cinematografica, una panoramica delle migliori facce di Hollywood, da Shelley Winters a Robert Wagner, senza dimenticare Robert Webber e Arthur Hill, all’epoca facce onnipresenti.
Oggi le storie con gli investigatori sembrano un po’ passate di moda, ma hanno sempre il loro fascino.

Locandina del film “Detective Harper: Acqua alla gola”
Locandina del film “Detective’s Story”
Locandina del film “Per la pelle di un poliziotto”

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