Valerio Evangelisti – Noi saremo tutto

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Romanzo potentissimo, noir al gusto di piombo e sangue come solo i grandi maestri sanno scrivere, Noi saremo tutto racconta di tradimenti, di morte ma soprattutto della fine, niente affatto eroica, di una componente importante del sogno americano: l’ideale della classe operaia, distrutta prima dalla malavita e poi dal maccartismo, senza che nessun autentico difensore si sia levato in suo soccorso.

Nel raccontare l’epopea dei sindacati americani e le loro battaglie per il monopolio del controllo sul lavoro portuale, comprese le loro alleanze fragili e discutibili, Evangelisti fa ricorso a tutta la sua maestria per evocare immagini epiche di masse in marcia al canto dell’Internazionale (il titolo stesso è una frase presa dalla versione americana della canzone, usata come slogan dai sindacalisti corrotti); traccia con grande precisione non solo la storia, oggi dimenticata, del movimento operaio degli Stati Uniti, ma anche quella del Partito Comunista americano, nonché quella dell’ascesa di Cosa Nostra ai vertici della malavita, in un clima di perenne conflitto.
Intorno a questo scenario da guerriglia si muovono figure storiche realmente esistite che Evangelisti restituisce alla loro realtà, mostrandole quali esse furono: piccoli boss mafiosi isterici e tarati, sindacalisti reazionari e violenti, affaristi crudeli e cinici trafficanti; su tutti spicca il protagonista, una delle figure più negative che mai mi sia capitato di incontrare nei miei viaggi letterari. Eddie è letteralmente uno schifoso bastardo, senza morale e privo di ogni traccia di fascino (nonché di umanità), che mette al sicuro il lettore da qualsiasi possibilità di immedesimazione: il narratore vuole che lo odiate – e lo odierete.

Eddie, traditore e spia, esibisce un comportamento da sociopatico ma ha un vizio, e sarà quello a farlo cadere; e proprio nel momento della sua caduta scoprirà di non essere arrivato in alto come credeva, che la base del suo potere ha fondamenta incerte e molli e che, alla resa dei conti, sarà rimasto solo contro tutti. La sua totale incapacità di comprendere le donne, che insegue come ossessioni al solo scopo di distruggerle (non diversamente da come fa con i comunisti, dei quali non si sofferma mai a considerare idee e posizioni), è il perfetto paradigma della sua incapacità di leggere la politica e la storia del suo Paese, che sogna di influenzare per mero tornaconto, infischiandosene di tutto, tradizioni comprese, e di tutti: Noi saremo tutto racconta da una parte l’epica della sconfitta della classe operaia, dall’altra la vicenda umana, ripugnante e odiosa, di un uomo mediocre alle prese con un pizzico di potere.

Lettura consigliata a chiunque dalla narrativa pretenda qualcosa di più di un momento di svago, a chi ama il noir più denso e feroce e a coloro la cui concezione di romanzo storico prevede anche che alla fine del racconto rimangano domande che necessitano approfondimenti. A chi, insomma, ama la vera lettura.

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Valentina Leoni è musicista e storica dell'arte, ha scritto e scrive recensioni e articoli riguardanti libri e fumetti per diversi siti. Attenta conoscitrice della cultura giapponese, ha fatto parte del comitato scientifico della mostra Dai Samurai a Mazinga Z (Casa dei Carraresi, Treviso ottobre 2014) ed è da anni collaboratrice di Radio Animati per la quale ha curato di recente la trasmissione Yatta: Luoghi Non Comuni sull'Animazione Giapponese.

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