Stanislaw Lem – L’Invincibile

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L’invincibile è un romanzo di fantascienza dell’epoca d’oro, con atmosfere e impostazione simili al più noto Solaris, dello stesso autore: una missione interplanetaria intrapresa dall’astronave “Invincibile” è alla ricerca dell’equipaggio della nave gemella, misteriosamente scomparsa su un pianeta ai confini remoti della galassia. Una trama tutto sommato comune, letta in molti altri romanzi e racconti, ma che Stanislaw Lem sa trasformare in un’opera complessa e con molteplici piani di lettura, come da suo stile.
Gli astronauti della missione vengono a contatto con una forma di vita aliena che ha la capacità di difendersi provocando la perdita totale e definitiva delle facoltà cognitive, riducendo l’aggressore a uno stato primitivo e condannandolo, di fatto, a morte per inedia. Qui si apre la prima profonda riflessione che permea il romanzo: osservando gli astronauti che vengono privati uno dopo l’altro della parola, della memoria e di ogni altra facoltà che non sia quella di muoversi, ci chiediamo che cosa davvero definisca l’essere umano in quanto tale.
Allo stesso tempo l’entità aliena, che scopriamo non essere frutto di evoluzione biologica, bensì meccanica (intuizione geniale di Lem), solleva ulteriori domande, quanto mai attuali. La sua stessa esistenza, infatti, apre alla riflessione scientifica sulla possibilità o meno di un’evoluzione che prescinda dalla biologia, in pratica ciò che noi oggi chiamiamo Intelligenza Artificiale o Intelligenza Diffusa. E, ovviamente, ci domandiamo se questa evoluzione sia destinata ad affiancarci o a prendere il nostro posto.

Lem ci guida nel corso della storia fino a provare empatia per questo organismo, esattamente come succedeva per l’Oceano di Solaris; il risultato è una riflessione su come l’Uomo si relazioni a territori nuovi e sulla legittimità delle sue aspirazioni di conquista; quali entità, biologiche o no, abbiano diritto a una tutela o siano da considerarsi addirittura pari all’essere umano e quali no. Una domanda che guarda al futuro ma che origina dai viaggi di Cristoforo Colombo.

Tutti questi piani di lettura sono giostrati con maestria all’interno di una storia raccontata con tutti i crismi propri della fantascienza, ricca di digressioni scientifiche e di descrizioni tecnologiche; ciò ne fa un grande esempio di come la science-fiction abbia la capacità di generare questioni filosofiche e morali che si innestano nel profondo e resistono al tempo, anzi spesso lo precorrono.

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