Peter Handke – Infelicità senza desideri

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Il suicidio è forse il gesto più estremo che un essere umano possa compiere: esprime un profondo senso di disperazione, la più completa assenza di speranza: quando un individuo ne è privato, allora giunge la resa.
La dipartita di una persona cara spesso provoca il crollo emotivo e psicologico di coloro che restano, costretti a ricostruire la propria vita da capo, ma senza uno dei capisaldi che l’avevano caratterizzata e sostenuta fino a quel momento. Questo doloroso processo di catarsi può essere accompagnato dalla produzione artistica, come nel caso di Infelicità senza desideri, di Peter Handke. In questo racconto, l’autore decide di ripercorrere l’esistenza della madre in seguito al suo suicidio, nel tentativo di riedificare la sua persona realisticamente e senza abbellimenti lirici.

Attraverso una prosa attenta ed equilibrata, Handke ci propone un ritratto toccante della vita di sua madre, caratterizzata dalla semplicità, dalla povertà, dai sacrifici e dai sogni infranti. Infatti, la donna è dipinta come vittima delle circostanze del suo tempo, preclusa dal poter studiare e costretta a sposare un uomo contro la sua volontà. Nel corso della lettura assistiamo al suo graduale mutamento, che – dopo anni di matrimonio infelice e una vita di stenti – si chiude in un silenzio assordante. Di fatto, il filo tematico dell’intero racconto è l’incapacità di comunicare, riscontrabile nella famiglia della donna, negli abitanti dei villaggi e delle città, e infine nella relazione tra con suo marito. L’assenza di comunicazione è rappresentata implicitamente come una delle cause del collasso nervoso e del clima di malinconia che caratterizza chi la circonda. Inoltre, le pagine di questo scritto esprimono ciò che in vita la donna non è riuscita a diree, assegnando così alla letteratura il compito di renderle giustizia.

Mediante la storia della madre, l’autore riesce a sviluppare una progressiva denuncia della condizione della donna nella società del suo tempo, mostrandoci una sensibilità inaspettata. Si tratta di un’opera commovente e profonda, che non ci impone che cosa pensare o che cosa provare: attraverso le mere descrizioni, Peter Handke riesce a suscitarci emozioni profonde, spingendoci a meditare su quanto letto in un’armonia stilistica volutamente ricercata, ma che a noi risulta straziante. La narrazione è accompagnata da riflessioni e chiarimenti tecnici e tematici, che ci aiutato a situarci nel flusso di considerazioni che scorre nelle pagine: in questo modo l’autore è perfettamente in grado di dipingere la tragica situazione che ha portato la madre al gesto estremo, che rappresenta un drammatico punto di non ritorno: un’Infelicità senza desideri, appunto.

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