Nicoletta Vallorani – Avrai i miei occhi

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Ogni tanto si riprende fiducia. Ogni tanto capita di imbattersi in un libro che riappacifica con il concetto di letteratura e scaccia le delusioni per le troppe futilità che vengono pubblicate, quelle accompagnate da tonnellate di forzate promozioni. Il lettore compulsivo forse non se ne accorge, troppo preso dalla conta dei libri letti in una settimana, in un mese o in un anno, ma a chi pone attenzione alle proprie scelte può facilmente capitare di stringere tra le mani “Avrai i miei occhi”; una volta letto, senza neanche troppo sforzo, eviterà di riporlo nella libreria, ma lo terrà sul comodino. Perché andrà sicuramente riletto, e non per capirlo, non perché sia ostico, ma soltanto per il piacere di rileggerlo.

Il nuovo romanzo di Nicoletta Vallorani, scrittrice (anche) di fantascienza, è un piccolo capolavoro di scrittura e di trama. In una Milano futura si ambienta una storia legata al ritrovamento di mucchi di cadaveri femminili (persone, cloni o qualcos’altro?) abbandonati come fossero spazzatura. In questo contesto due personaggi, l’investigatore Nigredo e la sua eterea guida, la taxista Olivia, cercano di risolvere il mistero tra le vie di una Milano apocalittica, divisa in settori limitati da muri che separano l’arte della sopravvivenza, dettata dalla disperazione, da quella securitaria dell’opulenza. Figure apparentemente improbabili richiamano momenti di un passato al quale Olivia soprattutto cerca di rimanere agganciata, per non dimenticare la bellezza di ciò che è stato e non cedere alla nuova, cupa realtà.

Mischiando noir e distopia, Avrai i miei occhi tocca in modo duro il tema della violenza sulle donne, in cui trovano corpo tanto le sofferenze fisiche quanto quelle psicologiche, sia la resa incondizionata, sia la speranza mai sopita, sostenuta dalla splendida Olivia, che nel suo raccontare le mosse di Nigredo si confronta quotidianamente con la brutalità dei rapporti umani nel mondo che la circonda. Il legame che unisce i due protagonisti è qualcosa di prodigioso, un’unione che ci fa riflettere sui nostri stessi rapporti e ci fa capire che, se si vuole davvero affrontare e risolvere qualcosa di sbagliato e importante, ciò che non conosciamo di noi stessi viene a galla ed eleva la nostra forza a livelli sorprendenti. Non parlo di coraggio, bensì di coscienza, quella che troppo spesso lasciamo sopita a favore della pigrizia del “lo farà sicuramente qualcun altro”. Olivia, personaggio di cui è facile innamorarsi, è la coscienza di Nigredo, colei che definisce ciò che è davvero importante perseguire, che gli conferisce la consapevolezza e la convinzione delle sue azioni, senza dargli possibilità di replica.

Se la trama è avvincente, il valore aggiunto di questo romanzo è sicuramente lo stile elegante e tecnicamente sopraffino. Un’opera che consiglio vivamente, con un forte messaggio, per non lasciar cadere una questione, la violenza sulle donne, che è ancora ben lontana dall’essere risolta.

Un libro critico ed entusiasmante.

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Fiorenzo Dioni nasce a Brescia nel 1963. Progettista di professione, scrittore per passione, scrive da sempre, ma ha cominciato a pubblicare solo pochi anni fa. Ama scrivere racconti ispirati a situazioni quotidiane, dandogli poi una veste surreale e di fantasia. Ha pubblicato tre libri: “Porte”, composto da tre racconti lunghi, “Riflessi”, un progetto in collaborazione con una fotografa in cui si sono incontrate e confrontate immagini e parole, “L’uomo in scatola”, pubblicato da Calibano Editore, composto da 19 racconti surreali. Da uno di questi è stato tratto il fumetto “Mio padre, il tango” (Calibano, 2023). Ha partecipato a varie antologie di racconti a tema, tra cui “Anch’io. Storie di donne al limite”, “Ci sedemmo dalla parte del torto”, “Nulla per cui uccidere” (Prospero Editore), e “I racconti della Leonessa” (Calibano Editore). Altri suoi racconti sono stati pubblicati sulla rivista Inkroci, con cui collabora anche per recensioni di libri e dischi nelle rubriche “Attenti al libro!” e “Formidabili, quei dischi!”. In passato ha scritto recensioni per le riviste NB e Dentro Brescia.

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