Mario Gerosa – Il collezionista di respiri

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Mario Gerosa proviene dalla scuderia del Foglio Letterario ed è uno dei migliori saggisti cinematografici del panorama nazionale. Giornalista e direttore di riviste, prova a cimentarsi nella narrativa e debutta con Il collezionista di respiri, edito da Falsopiano.
La passione cinematografica di Gerosa è palpabile, pagina dopo pagina, per le numerose citazioni del cinema muto, dei vecchi classici horror, della commedia slapstick, del gotico, di Lynch e di molti altri generi e autori della settima arte. Il primo amore non si scorda mai: lui che ha scritto saggi su Biagio Proietti, Daniele D’Anza, Anton Giulio Majano, Tony Scott… non poteva evitare di citare la passione più forte e potente della sua vita.

Il collezionista di respiri racconta una storia molto inquietante, un horror d’atmosfera ambientato in una Milano fuori dal tempo, notturna e spettrale, con protagonista una studentessa, terrorizzata e sconvolta dopo una visita al Museo di Malacologia. Le persone scomparse si susseguono una dopo l’altra, e dietro a tutto questo sembra esserci un’organizzazione criminale, finanziata da qualcuno che sta facendo del macabro collezionismo. Il mistero che sta alla base del racconto rivelerà un macabro esperimento compiuto da loschi figuri: utilizzare materiale umano per creare opere d’arte. Non sveliamo altro, perché il romanzo è un giallo-thriller molto cupo, con un commissario che entra in gioco in un secondo tempo, mentre la suspense è un elemento fondamentale del racconto.
Tra i pregi citerei i molti dialoghi che facilitano lo sviluppo della storia, le citazioni da cinefilo militante, alcuni garbati riferimenti artistici e molti rimandi alla vita di Proust. Il difetto principale sta nella poca esperienza di Mario Gerosa, vero maestro della saggistica cinematografica, ma ancora acerbo nell’arte del racconto. Memore del detto che bisogna provarci, il nostro autore scende in campo calcando un terreno che conosce bene (horror gotico, cinema…) e tutto sommato il risultato non è disprezzabile.
Se amate le atmosfere nere, leggetelo. Non ve ne pentirete.

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Gordiano Lupi (Piombino, 1960), Direttore Editoriale delle Edizioni Il Foglio, ha collaborato per sette anni con La Stampa di Torino. Ha tradotto i romanzi del cubano Alejandro Torreguitart Ruiz e ha pubblicato numerosissimi volumi su Cuba, sul cinema e su svariati altri argomenti. Ha tradotto Zoé Valdés, Cabrera Infante, Virgilio Piñera e Felix Luis Viera. Qui la lista completa: www.infol.it/lupi. Ha preso parte ad alcune trasmissioni TV come "Cominciamo bene le storie di Corrado Augias", "Uno Mattina" di Luca Giurato, "Odeon TV" (trasmissione sui serial killer italiani), "La Commedia all’italiana" su Rete Quattro, "Speciale TG1" di Monica Maggioni (tema Cuba), "Dove TV" a tema Cuba. È stato ospite di alcune trasmissioni radiofoniche in Italia e Svizzera per i suoi libri e per commenti sulla cultura cubana. Molto attivo nella saggistica cinematografica, ha scritto saggi (tra gli altri) su Fellini, Avati, Joe D’Amato, Lenzi, Brass, Cozzi, Deodato, Di Leo, Mattei, Gloria Guida, Storia del cinema horror italiano e della commedia sexy. Tre volte presentato al Premio Strega per la narrativa: "Calcio e Acciaio - Dimenticare Piombino" (Acar, 2014), anche Premio Giovanni Bovio (Trani, 2017), "Miracolo a Piombino – Storia di Marco e di un gabbiano" (Historica, 2016), "Sogni e Altiforni – Piombino Trani senza ritorno" (Acar, 2019).

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