Elsa Morante – Lo scialle andaluso

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Nel 1963, in un periodo di forte crisi personale alla soglia dei cinquant’anni, Elsa Morante fece una scelta narrativa diversa: pubblicare una raccolta di novelle che, dopo i celebri romanzi, ne facesse emergere l’immagine di una scrittrice matura e disincantata.
Nasce da questi presupposti Lo scialle andaluso, una raccolta di racconti che racchiude in sé il percorso letterario e personale della sua autrice. Ciò che più sorprende, però, è un altro dato: la raccolta contiene un solo inedito, essendo principalmente frutto di un recupero di racconti precedentemente pubblicati nel 1941, nell’opera Il gioco segreto, esordio in libreria di una giovanissima Elsa Morante (le opere proposte erano state precedentemente pubblicate sulle riviste “Meridiano di Roma”, “Oggi”, “Il Selvaggio”, “Panorama”, “Il tesoretto”, “Prospettive” e “Beltempo” tra il 1937 e il 1941).
Dopo anni di successi letterari, quello che colpisce il lettore è l’impegno della scrittrice nel riordinare nuovamente i propri racconti, le sue prime e poco note prove narrative.

In questa seconda raccolta Elsa Morante cerca di fare i conti con se stessa e con il proprio passato e vuole, almeno nei presupposti, allontanarsi radicalmente dalla precedente raccolta, in cui, a distanza di vent’anni, non riconosce più se stessa e la propria scrittura. Un giudizio personale molto severo, riguardo a un’opera che rappresenta il principio del suo stile narrativo: i racconti giovanili, scritti in un linguaggio appassionato, vitale, euforico, si facevano indagatori di temi legati alle patologie della psiche e alle trasformazioni psicologiche profonde. Nel 1963 la Morante è, però, una donna diversa, tormentata da desideri differenti. Per questa ragione i temi di realismo fiabesco verranno sostituiti da un’ossessione nuova e di altra natura: la maternità.

Protagoniste assolute delle novelle sono, infatti, le donne, indagate in tutte le loro sfumature psicologiche profonde e schizzate con la consueta alternanza di dettagli minuziosi e visioni trasfiguranti. Sono donne narcisiste, egoiste, mosse da sentimenti primordiali; ritratti chiaroscurali celebri ancora oggi: eroine e antieroine analizzate e giudicate nel loro ruolo di madri.

La maternità è, infatti, pulsione istintuale vivida e predominante: mai nominata direttamente, ma sempre presente, desiderata e cercata, è il filo conduttore dell’opera, ed è il desiderio insoddisfatto di una donna ormai troppo grande e forse delusa di fronte alla mancanza.
Nei racconti non c’è una semplice esaltazione di un rapporto affettivo, ma un’indagine profonda, quasi una denuncia della maternità nella società contemporanea e della figura della madre, ambigua, dominante e gelosa.

Ne Lo scialle andaluso Elsa Morante si fa indagatrice di complessi edipici non risolti e relazioni ambivalenti ed equivoche ma, tra le righe, comunica anche la sua profonda angoscia nel non poter comprendere a pieno un rapporto, quello tra madre e figlio, di cui non sarà mai protagonista.

I personaggi cercano vanamente di liberarsi delle loro maschere, scoprendo, pirandellianamente, che il vivere stesso coincide con la recita che hanno messo in atto. Protagonista è allora il lettore, che deve riflettere sull’esistenza o meno di un modo autentico di vivere la realtà, chiedendosi cosa rimane dei personaggi morantiani allo svelamento della verità, quando cala il sipario e lo spettacolo finisce.

Una raccolta sicuramente complessa e ambiziosa, quella del 1963, un’opera composita in cui Elsa Morante mostra la propria abilità narrativa e stilistica, ma soprattutto riflette sul proprio percorso letterario e personale, toccando tutti i temi cari alla sua scrittura.

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Irene Cadeo, nata a Milano nel 1994, è una studentessa dell’Università degli Studi di Milano, laureata in Lettere Moderne e attualmente iscritta al corso di laurea magistrale in Editoria, culture della comunicazione e della moda, curriculum editoriale. Appassionata di narrativa novecentesca, si è laureata con una tesi su Elsa Morante. Suoi interessi principali sono lo studio della storia e della cultura letteraria degli altri Paesi. In futuro si immagina in una casa editrice o nella redazione di una rivista letteraria.

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